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Attualità venerdì 02 agosto 2019 ore 18:25

Rari, corsa contro il tempo ma lo sgombero va

Regione e Comune stanno accorciando i tempi per la progettazione definitiva e salvare l'impianto. Titta Meucci: "Proroga per lo sfratto"



FIRENZE — Nelle ultime settimane la Rari Nantes è tornata a tremare, una intimazione di sfratto entro il 30 Agosto arrivata dalla Regione a seguito di una sentenza pronunciata dal Tribunale delle acque nel maggio scorso sta mettendo in discussione tutto il lavoro svolto in sei anni e mezzo per produrre perizie tecniche e approvare nuove norme che consentano di mantenere aperta ed attiva la sede storica sull'Arno fiorentino.

Dopo l'allarme lanciato dalla dirigenza della società nei giorni scorsi e pubblicato in anteprima da QUInews Firenze (vedi qui sotto gli articoli collegati), le istituzioni hanno fatto quadrato e gli uffici si sono attivati per trovare una soluzione. Sono all'opera tre assessori, Federica Fratoni e Stefania Saccardi per la Regione Toscana e Cosimo Guccione per il Comune di Firenze. La risposta è nelle mani della burocrazia.

La consigliera regionale del Pd Elisabetta Meucci, contattata da QUInews Firenze, ha spiegato: "Il Tribunale superiore delle Acque ha emesso una sentenza di sfratto esecutivo per la società sportiva Rari Nantes pronunciandosi su un vecchio contenzioso aperto dalla Provincia di Firenze e poi portato avanti dalla Città Metropolitana. Nel frattempo le competenze in materia sono passate alla Regione e così a notificare l'atto di sgombero ordinato dal Tribunale sono stati nei giorni scorsi proprio gli uffici regionali".

"Nel frattempo però - prosegue la consigliera Meucci - anche su mia proposta, il Consiglio regionale ha deliberato una nuova normativa con l'obiettivo di mantenere e riqualificare l’impianto nel rispetto della sicurezza idraulica. Quel passaggio ha permesso al Comune di Firenze di predisporre un progetto di riqualificazione dell’area che altrimenti sarebbe stata intoccabile in virtù di tutti i vincoli esistenti".

Quindi la Regione ha notificato lo sfratto alla Rari e al tempo stesso sta lavorando affinchè la sede della Rari Nantes rimanga sulla riva sinistra dell'Arno?

"Sta accadendo proprio questo - spiega Meucci - in virtù del passaggio di competenze tra Provincia di Firenze e Regione Toscana che da una parte ha ereditato tutti i contenziosi della Provincia e dall'altro può legiferare in materia idraulica. Si tratta di uno stallo formale al quale gli uffici regionali stanno lavorando".

Il Comune di Firenze, per voce dell'assessore Cosimo Guccione, raggiunto da QUInews, ha spiegato di aver accelerato i tempi sulla produzione del progetto definitivo per la riqualificazione dell'area.

"Il problema è proprio questo, la velocità - conferma Titta Meucci - Al momento gli uffici regionali e comunali stanno lavorando ad una proroga dello sfratto fissato per il 30 Agosto ma con il progetto definitivo la questione può risolversi per il meglio e dare esecuzione all'auspicato recupero".

Nel frattempo però lo sfratto resta esecutivo? 

"La procedura va avanti, possiamo prorogare i tempi ma l'esecutività dello sfratto rimane - risponde Titta Meucci - Lo sgombero però sarà propedeutico ai lavori di riqualificazione della struttura. In ogni caso ritengo quanto meno paradossale questo accanimento nei confronti della società sportiva. Nel marzo scorso il Genio civile ha rilasciato tutte le autorizzazioni del caso, decisione che era la naturale conseguenza della normativa che approvammo in Consiglio regionale proprio su proposta della sottoscritta. Dopo quel parere il Comune di Firenze si è attivato presentando il progetto per la riqualificazione dell’area. Voglio quindi ancora ribadire la bontà di quella norma, finalizzata alla riqualificazione dell’impianto e diretta a garantire funzioni d’interesse pubblico presenti da oltre 40 anni in quell’ambito territoriale, ma sempre nel rispetto dei principi di massima sicurezza idraulica".

Quindi, riassumendo: la Rari Nantes, il 30 agosto salvo proroghe, dovrà lasciare la sede del Lungarno Ferrucci. Confidando che si tratti di un abbandono temporaneo per consentire l'esecuzione dei lavori di recupero che dovrebbero mettere la parola fine alla tormentatissima vicenda.


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