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Attualità martedì 11 agosto 2020 ore 15:48

Ad agosto gli hotel aperti sono meno della metà

Turisti

Lo rivela un'indagine dell'ufficio turistico Convention Bureau: -70 per cento di stranieri. E ora si punta a fare il botto coi congressi



FIRENZE — La crisi nera del turismo causata dalla pandemia di Covid-19, quella che all'inizio di marzo era piombata all'improvviso come uno spettro, è vera e concreta anche ad agosto: secondo un'indagine interna di Firenze Convention Bureau, in queste settimane si registra un crollo verticale degi arrivi internazionali con punte del -70 per cento non compensate dal turismo domestico e da quello di prossimità, cioè da Francia, Svizzera e Germania. 

Questo nonostante, negli ultimi giorni, qualche segnale positivo stia arrivando. Ma non basta: a Firenze è aperto solo il 40 per cento degli hotel e l'occupazione media per il mese di agosto è del 24 per cento, con tariffe inferiori anche del 35 per cento rispetto allo stesso periodo delloscorso anno. 

Ora, mentre anche settembre non sembra lasciare spazio a grosse speranze di ripresa, la carta su cui si prova a puntare è quella dei congressi che possano portare in città numeri importanti di persone nello stesso momento. 

"E' un momento difficilissimo – ha detto il presidente di Firenze Convention Bureau Federico Barraco - ma c'è lo spazio per costruire il progetto del turismo che vogliamo per il futuro, sia nel segmento leisure che in quello congressuale. Nei prossimi mesi metteremo a punto un piano per incentivare la ripartenza del turismo congressuale che porta a Firenze visitatori con una capacità di spesa media procapite molto elevata: il nostro obiettivo è partire con cinque o sei congressi da tremila persone ciascuno e dare così una bella spinta. Per farlo serve un'iniezione di investimenti e stiamo allacciando contatti con partner adeguati. D'altra parte abbiamo aperto un canale di lavoro con tutti gli stakeholder cittadini, dal Comune alla Camera di Commercio perché o si fa sistema questa volta o si muore: la concorrenza è con destinazioni come Londra, Parigi e New York che si trovano adesso nelle stesse condizioni di Firenze perché dispongono di strumenti più potenti e risorse finanziarie più ampie”.


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