Attualità venerdì 16 settembre 2022 ore 18:40
Un fiorentino re d'Italia, il mistero nella culla
Firenze ricorda il 16 Settembre del 1822 per un aneddoto che nei secoli è diventato un vero e proprio cold case, un mistero storico irrisolto
FIRENZE — Un mistero irrisolto è legato alla data del 16 Settembre, era il 1822 e sono passati esattamente due secoli, come ricorda Palazzo Vecchio nell'almanacco del giorno.
Il mistero riguarda Carlo Alberto di Savoia, Maria Teresa di Toscana ed il piccolo Vittorio Emanuele II, futuro re d'Italia, oltre ad un macellaio di via Senese e una giovane di nome Regina. Una storia a metà tra Il principe e il povero e La maschera di ferro, per citare narrazioni popolari.
Secondo una leggenda popolare, della quale però molti storici hanno scritto anche facendo ricorso a documenti d'epoca, il vero Vittorio Emanuele II sarebbe stato sostituito nella culla la notte del 16 Settembre 1822, dopo un terribile incendio che avrebbe ucciso o gravemente ustionato il primogenito dei Savoia.
Tutto sarebbe avvenuto tra le mura della villa di Poggio Imperiale dove la famiglia Savoia trascorse l'estate, lontana dai tumulti di Torino. Una governante avrebbe avvicinato una candela alla culla del piccolo Vittorio Emanuele innescando un incendio nel quale lei stessa avrebbe perso la vita. Il bimbo, per le cronache dell'epoca, ne sarebbe uscito sano e salvo, ma negli anni successivi sarebbero emersi molti dubbi.
Ad innescare le supposizioni è stato Massimo D’Azeglio, primo ministro del Regno di Sardegna, che in punto di morte avrebbe confidato un segreto: la sostituzione del primogenito di casa Savoia con un bimbo di 2 anni, figlio di un macellaio di fuori porta, sulla via Senese per la precisione, come ricorda Filippo Giovannelli, cultore di storie fiorentine.
Il babbo macellaio, detto Maciacca, avrebbe vissuto in agio il resto dei suoi anni, ma è la giovane mamma ad avere alimentato il mito perché Regina, questo il suo nome, dopo aver dato alla luce e consegnato alla storia il futuro re d'Italia, sarebbe morta sola e povera tra le mura di Montedomini.
Gli studiosi che si sono interessati della vicenda, o che hanno trattato il caso all'interno di saggi dedicati alla reale dinastia, non sono riusciti a trovare elementi concreti tali da risolvere il caso che ogni volta viene rimandato ad un esame genetico che possa chiarire definitivamente il cold case storico.
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