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Imprese & Professioni venerdì 30 luglio 2021 ore 10:30

​Truffa Bitcoin in Sud Africa: rubati BTC per un valore di miliardi di dollari

Del caso se ne occupa l'autorità finanziaria e la polizia sudafricana



ROMA — La notizia è ancora fresca ma pare ormai certo che in Sud Africa si sia appena conclusa una delle truffe più grandi di sempre del mondo delle criptomonete: da uno degli exchange più famosi del paese sono scomparsi più di 69.000 Bitcoin. Per mettere in prospettiva questo numero esorbitante di criptomonete, basti pensare che al momento della frode secondo il cambio BTC/USD questi erano pari a una somma di 3,56 miliardi di dollari.

La truffa del secolo (in Bitcoin) pare sia stata architettata dai fondatori di AfriCrypt e maggior promotori di Bitcoin nel paese africano, i fratelli Ameer e Raees Cajee. Secondo i media sudafricani infatti, questi ultimi due si sono resi irraggiungibili e così è stato anche per tutti i bitcoin depositati nel loro exchange.

Se pensate però che questo avvenimento abbia dell'incredibile, c'è bisogno di avere un minimo di contesto riguardo la crescita di Bitcoin negli ultimi anni. Di pari passo a questa evoluzione infatti, si è vista l'avanzata di tanti programmi e siti relativi al trading automatico di BTC, come ad esempio Bitcoin Prime. Ed è quindi solo un'evoluzione naturale del fenomeno la comparsa sempre più accentuata di scam.

E il Sud Africa, nello specifico, non è nuovo a questo tipo di mega-truffe.

I precedenti

Nel 2020 si era già visto in Sud Africa un avvenimento molto simile riguardo Bitcoin, con un programma di investimenti rinominato Mirror Trading Internation's (MIT).

Questa compagnia prometteva importanti ritorni economici tramite un sistema di (presunto) trading in BTC, il quale grazie a un autopromozione aggressiva che promulgava il mito del "diventa ricco, diventalo presto", è riuscita ad attirare a se ben 280.000 investitori.

Fondata da Johann Steynberg, quest'ultimo era già famoso alle autorità finanziarie sudafricane per avere un passato in diverse frodi in borsa di tipo pump & dump, eppure è riuscito a guadagnarsi la fiducia di nuovi investitori.

In quel caso però, il danno ammontava per più di 23.000 BTC, i quali equivalevano a più di 1,2 miliardi in USD. Con questa nuova truffa tutta sudafricana, la cifra è più che raddoppiata.

Cos'è successo

La storia di AfriCrypt è molto simile a quanto è successo a Mirror Trading, e così lo è stato anche per l'esito.

In pratica i due fratelli-investitori hanno fatto partire una campagna virale in Sud Africa in cui si promuoveva aggressivamente e con spavalderia i guadagni dei due fratelli nel mondo delle cripto, e di come questi fossero stati ottenuti grazie al loro sistema di trading automatico integrato nell'exchange di Africript.

L'unica differenza è che, se Johann Steynberg è scomparso da un momento all'altro con tutti quei bitcoin, i fratelli hanno denunciato (ai propri investitori, non alle autorità) di aver subito un hacking al proprio sito. La cosa curiosa però è che, una volta subito il danno, i fratelli hanno avuto la buona idea di informare sì i propri investitori, ma al contempo gli hanno chiesto di non avvertire le autorità per non rallentare il recupero dei bitcoin sottratti.

L'esito, come si poteva intuire sin dall'inizio, è stata la scomparsa dei due fratelli dalle scene, insieme ai BTC degli investitori.

Al momento, del caso se ne occupa l'autorità finanziaria e la polizia sudafricana, il quale ha già proceduto a liquidare buona parte dei possedimenti dei due fratelli. Eppure, secondo i regolatori finanziari del paese, i problemi sorti con MTI prima e Africrypt poi sono destinati a ripetersi poiché, ad oggi, non esiste una vera e propria regolamentazione del mercato delle cripto. 


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