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Attualità mercoledì 10 marzo 2021 ore 14:36

Caccia al Covid nelle fogne per prevenire focolai

Prende il via in Toscana un progetto di sorveglianza epidemiologica del Sars-Cov-2 attraverso le acque reflue urbane così da prevenire cluster



FIRENZE — Al via il monitoraggio delle acque reflue in Toscana che servirà ad acquisire indicazioni utili sull’andamento epidemico e sull’allerta precoce di focolai nelle prossime fasi dell’emergenza.

E’ questo uno dei principali obiettivi, che la Giunta regionale intende perseguire tramite uno specifico progetto di allerta precoce nella lotta al Covid-19.

Il via libera al progetto è stato formalizzato nel corso della seduta di Giunta dello scorso 8 Marzo, tramite delibera proposta dell’assessore alla sanità Simone Bezzini, e ha comportato un investimento finanziario di 100mila euro.

Recenti studi internazionali hanno confermato, infatti, la presenza di Sars-CoV-2 nelle acque reflue, da cui si deduce la possibilità analizzare queste acque anche per tracciare lo sviluppo della pandemia. Questi studi, pubblicati da vari gruppi di ricerca, hanno confermato la possibilità di correlare i quantitativi di Rna identificati con il numero di casi di Covid-19 della popolazione allacciata alla fognatura. Di conseguenza studi riguardanti l’“Epidemiologia basata sulle acque reflue” (in inglese Wastewater based epidemiology) sono stati utilizzati in vari Paesi al livello mondiale, per identificare in modo precoce lo sviluppo epidemico con conseguenti azioni di mitigazione.

Questo progetto rappresenta, inoltre, un primo passo per la messa in atto del Protocollo di intesa, adottato con delibera del 27 luglio 2020 (la numero 1018) e sottoscritto da Regione Toscana, Agenzia regionale di sanità (Ars), Istituto fisiologica clinica-Consiglio nazionale per le ricerche (Ifc-Cnr), Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat), Autorità idrica toscana (Ait), Ingegnerie toscane srl, Università degli Studi di Firenze, di Pisa e di Siena.

Il progetto vede, quindi, la partecipazione dell’Università di Pisa (Dipartimento di Biologia), dell’Università di Firenze (Dipartimenti di Ingegneria civile e ambientale, di Scienze biomediche sperimentali e cliniche, di Medicina sperimentale e clinica, di Scienze della Salute), e di Ingegnerie toscane come referente tecnico dei principali gestori del Servizio idrico integrato della Toscana. In questo contesto il progetto integra e sviluppa le attività del progetto “Sorveglianza ambientale di Sars-CoV-2 attraverso i reflui urbani in Italia (Sari)”, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e a cui la Toscana partecipa.


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