Teo Teocoli su Celentano: «Non è vero che non mi chiama perché mi vuole bene. Claudia Mori? Non mi interessa vederla»
Attualità sabato 23 dicembre 2017 ore 17:13
Forteto, FdI chiede il commissariamento
Dopo la condanna definitiva di Rodolfo Fiesoli, forze del centrodestra ancora all'attacco. La cooperativa agricola: "I vertici attuali sono estranei"
FIRENZE — Rodolfo Fiesoli, fondatore, nel lontano 1977, della comunità del Forteto di Vicchio del Mugello, è stato arrestato oggi dai Carabinieri dopo che il pronunciamento della Cassazione ha reso definitiva la sua condanna a 15 anni e dieci mesi di carcere, inflitta dalla Corte di appello per le violenze e abusi messe in atto da lui e da alcuni suoi collaboratori sui ragazzi affidati alla comunità dal Tribunale dei minori di Firenze (vedi qui sotto gli articoli collegati).
La conclusione della lunghissima vicenda giudiziaria di Fiesole ha riacceso i riflettori sul futuro della comunità agricola nata dall'esperienza del Forteto.
"L'arresto di Rodolfo Fiesoli restituisce un briciolo di dignità alle vittime e di giustizia su questa vicenda vergognosa - ha commentato in una nota il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli, membro delle commissione d'inchiesta istituite a suo tempo sul Forteto dal Consiglio regionale - La sentenza dimostra una volta di più la necessità urgente di commissariare la Cooperativa, dove continueranno a vivere e lavorare coloro che hanno aiutato Fiesoli a commettere quelle atrocità e che si sono salvati solo grazie alle prescrizioni, e di costituire una commissione d'inchiesta parlamentare per scoprire definitivamente chi ha coperto e sostenuto il Forteto. Siamo stati in pochi a raccogliere da subito la denuncia delle atrocità commesse al Forteto - ha concluso Donzelli - oggi possiamo essere orgogliosi di aver combattuto dalla parte delle vittime in mezzo a intimidazioni, pressioni e al sistema toscano che per troppi anni ha sostenuto la comunità".
Dal canto suo la Cooperativa agricola ha subito precisato in una nota che "la condanna fa riferimento a fatti risalenti ad un tempo nel quale la governance e l'organizzazione erano diversi" da quelli attuali.
"Il presidente fin dal giungo 2015 e l'attuale consiglio di amministrazione rinnovato nel 2016 sono del tutto estranei alle vicende per cui è stato istruito il processo - si legge nalla nota - Pur essendo condannata in solido con altri soggetti, la Cooperativa ha già corrisposto il totale delle provvisionali immediatamente esecutive liquidate dai giudici di merito a favore dei soggetti che la Corte di appello ha individuato quali unici legittimi beneficiari del risarcimento. La Cooperativa si augura che si possa ricreare le condizioni per il rilancio di una attività produttiva che occupa circa 100 addetti e che svolge un ruolo di primo piano nella filiera del settore ovno-caprino regionale".
Sulla conclusione dell'iter giudiziario di Fiesoli e altri membri della comunità sono intervenuti anche il capogruppo in Consiglio regionale di Forza Italia Stefano Mugnani e il consigliere della Lega Nord Jacopo Alberti, anche loro membri, come Donzelli, delli commissioni d'inchiesta del Consiglio regionale.
"E’ stato un percorso lungo e di grande sofferenza ma giustizia è fatta - ha commentato Mugnai - Esprimo soddisfazione per la sentenza con cui la Suprema Corte ha confermato la condanna comminata a Rodolfo Fiesoli. Ciò rende alle vittime giustizia nel diritto. Ora si apra la via della necessaria giustizia morale verso questi ex bambini che venivano affidati dalle istituzioni all’interno di quella comunità-setta, giustizia morale che passa per l’ammissione ciascuno del proprio segmento di responsabilità e per pubbliche scuse. Come è emerso durante il lavoro d’indagine effettuato in commissione d’inchiesta, il conformismo culturale e amministrativo è stato determinante affinché le violenze e gli abusi sui minori al Forteto si protraessero per trent’anni. Ma con questa sentenza, oggi, l’asse del conformismo si ribalta. Già altre sentenze affini, sempre sul Forteto, rimasero inascoltate. Non permetteremo che accada di nuovo".
"Giustizia, almeno in parte, è fatta - ha affermato Jacopo Alberti con riferimento all'arresto di Fiesoli - Purtroppo la solita prescrizione, troppo spesso fedele alleata degli imputati ha graziato diversi indiziati, come Goffredi, braccio destro dello stesso Fiesoli. Si chiude quindi un capitolo di questa dolorosa ed ancora oscura vicenda ma restano, a mio avviso, impuniti alcuni protagonisti che, a vario livello, sia direttamente che indirettamente, hanno favorito, nel tempo, il perpetrarsi di atti criminali nei confronti di bambini, vittime innocenti degli orchi. Ci auguriamo dunque che il processo d'appello-bis a carico del guru del Forteto non si trascini stancamente per anni in modo che il condannato possa espiare per intero la sua ulteriore pena; confidiamo inoltre che la vicenda non venga definitivamente archiviata consentendo, finalmente, di far emergere le tante corresponsabilità di tipo politico, giudiziario ed in genere istituzionale".
Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI