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Attualità venerdì 14 febbraio 2025 ore 11:30
Infezione da Trichinella rilevata in un cinghiale

Il parassita può infettare anche l'essere umano risultando potenzialmente letale. Le raccomandazioni della Asl sul consumo di carni, anche di maiale
CAREGGINE — Un caso di infezione da Trichinella britovi è stato rilevato in Valle del Serchio nel muscolo appartenente alla carcassa di un cinghiale maschio di 80 chili circa, età stimata in 28 mesi. Lo rende noto la Asl Toscana nord ovest, e in particolare l'unità funzionale Sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria della zona, con sede a Gallicano.
La conferma dell'infezione, trasmissibile all'uomo e potenzialmente letale, è giunta lo scorso 11 Febbraio dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss).
L’animale era stato abbattuto il 14 Dicembre 2024 nel territorio comunale di Careggine: "In seguito al riscontro della Trichinella spp da parte dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e Toscana (sezione di Pisa) e in attesa della conferma da parte dell’Iss, sono stati avvisati i componenti della squadra di caccia interessata e sono stati disposti il sequestro e la distruzione delle carni infestate dal parassita", fa sapere la Asl in una nota.
Trichinella, sintomi e decorso nell'uomo
Nell'uomo il quadro clinico varia dalle infezioni asintomatiche a casi particolarmente gravi, sino anche al decesso.
La sintomatologia classica è caratterizzata da diarrea (che è presente in circa il 40% degli individui infetti), dolori muscolari, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori, fotofobia e febbre.
Il ciclo biologico del parassita, appartenente alla classe dei nematodi (vermi tondi) comprende nel suo ciclo selvatico sia animali predatori (volpe, lupo, mustelidi) che onnivori (cinghiali).
L’ultima positività al parassita sul territorio della Asl Nord Ovest (le province di Lucca, Livorno, Massa-Carrara e Pisa), si verificò sempre nella zona Valle del Serchio nel 2013: "Si ricorda - specifica l'azienda sanitaria - che in quella precedente occasione vi furono anche casi di infestazione umana. In particolare l’infezione si era sviluppata in una trentina di cacciatori a seguito di una cena in cui erano state consumate salsicce di cinghiale crude.
Le raccomandazioni della Asl
A scopo puramente precauzionale, per evitare possibili contaminazioni delle persone, si ricorda alla popolazione che la trichinellosi può essere prevenuta osservando alcune specifiche misure igienico-sanitarie:
- la carne di cinghiale va consumata ben cotta, in modo che le eventuali larve presenti vengano inattivate o distrutte dal calore (è sufficiente 1 minuto a 65°C). Il colore della carne deve virare dal rosa al bruno;
- attenzione: la salatura, l’essiccamento, l’affumicamento e la cottura nel forno a microonde della carne non assicurano l'uccisione del parassita;
- se non è noto se la carne è stata sottoposta a esame trichinoscopico, è bene congelarla per almeno 1 mese a -15°C: un congelamento prolungato, infatti, uccide le larve;
- la selvaggina e i maiali macellati a domicilio devono essere esaminati da un veterinario e fatti analizzare per determinare l'eventuale presenza delle larve del parassita nelle carni;
- nel caso in cui si allevino maiali, è necessario impedire che mangino la carne cruda di animali, che potrebbero essere stati infestati dal parassita.
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