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Cronaca giovedì 21 maggio 2015 ore 10:06

Guerra tra bande per il racket delle prostitute

Servizio di Tommaso Tafi

Negli ultimi mesi tra Prato e Firenze due gruppi albanesi si sono scontrati per il controllo del mercato delle "lucciole": in 6 sono finiti in manette



FIRENZE — Dalle prime ore di questa mattina la Squadra Mobile di Firenze sta eseguendo una serie di arresti e perquisizioni tra il capoluogo toscano e Prato per smantellare un'organizzazione di albanesi che gestiva il racket della prostituzione di alcune giovanissime connazionali, tra i 18 e i 20 anni. Per ora in manette sono finite sei persone, mentre si sta dando la caccia ad altre quattro.

Gli agenti hanno anche sequestrato il residence Paperino a Prato, dove le ragazze esercitavano la professione e hanno denunciato il proprietario.

L'indagine è partita da una mega rissa scoppiata il 12 aprile 2014 in piazza Medaglie d'Oro a Firenze: due gruppi di sfruttatori albanesi si fronteggiarono a colpi di mazze da baseball e coltelli, finché sul terreno non rimasero 3 feriti, di cui uno in fin di vita. Da qui l'accusa di tentato omicidio mossa ad alcuni degli albanesi arrestati oggi.

La rissa era scoppiata a causa di un litigio iniziato sulla strada tra le prostitute, che avevano iniziato a rubarsi a vicenda i clienti. Dopodiché lo scontro era passato a un livello più alto coinvolgendo i "papponi". Che non andavano tanto per il sottile, visto che gli agenti della polizia di Firenze hanno fermato uno di loro mentre aveva con sè in auto una pistola e stava andando ad ammazzare un altro pappone. 

Per il resto il quadro delineato dal Procuratore capo della Repubblica di Firenze, Giuseppe Creazzo, è quello classico: giovani ragazze albanesi che in patria si innamorano di quelli che poi diventeranno poi i loro sfruttatori, che gli promettono un futuro di ricchezza e felicità in Italia, salvo poi sbatterle sulla strada.

E loro sulla strada si davano da fare, utilizzando come base il residence Paperino a Prato finivano per pestarsi i piedi l'una con l'altra per un pugno di clienti in più. Costringendo poi i loro protettori a intervenire: come quando uno di loro investì con l'auto a Prato un transessuale che si era rifiutato di lasciare la piazzola in cui di solito lavorava ad altre ragazze.

In manette è finito anche un fiorentino, titolare di un sexy shop, che riforniva di materiale erotico le ragazze.


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