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Attualità mercoledì 03 agosto 2016 ore 06:00

Il terrorismo entra in Consiglio

Seduta straordinaria sul dilagare del terrorismo islamico. Al termine il Consiglio ha respinto la risoluzione di Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia



FIRENZE — Seduta straordinaria in Consiglio regionale sul dilagare del terrosismo islamico in Europa. Il via al dibattito l'ha dato l’intervento del capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai.

“La discussione politica - ha detto Mugnai - su questioni che in modo serrato ci coinvolgono, è giusto sia affrontata da questo Consiglio. A partire dallo scegliere quali sono, per noi, i valori irrinunciabili. Declinati questi, diventa più semplice capire ciò che è integrabile e ciò che non lo è, a prescindere dal tempo di permanenza e di arrivo in un paese”. 

La “sicurezza, con la consapevolezza che non potrà mai essere totale” per Mugnai deve essere “implementata” mentre sul tema dell’integrazione, occorre uscire da una “melassa buonista e politicamente corretta”.

“Certe persone non vogliono integrarsi e fa molta paura veder togliere il crocifisso”. Lo ha dichiarato il presidente della Lega Nord, Manuel Vescovi. “Da parte nostra – ha concluso - non siamo disponibili all alcun schea fin tanto che non verrà riconosciuta da tutti la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”.

“A noi spetta il compito di costruire prospettive e dinamiche. A noi spetta il compito di fare politica, che è altro rispetto al populismo. A noi il compito di preparare gli anni che verranno”. Così Francesco Gazzetti (Pd) che ha invitato ad una riflessione “più generale” per “trovare punti d’incontro così come ricordato più volte anche dal Santo Padre”.

Secondo Paolo Sarti di Sì Toscana a Sinistra “Il terrorismo si alimenta sulla non accoglienza ed è questo che dobbiamo combattere. Dobbiamo lavorare sulla prevenzione al terrorismo”

Secondo il consigliere Andrea Quartini (M5s) gli “attacchi terroristici in Europa rilevano quanto siano deboli e attaccabili i sistemi occidentali”. “Da quando si è dichiarato una guerra totale al terrore, questo è proliferato. Le vittime, dagli attacchi alle torri gemelle, sono quintuplicate e nonostante i 4400 miliardi di dollari spesi nelle guerre in Iraq, Afghanistan e altre aree di crisi, altre sigle jihadiste sono nate.

È stato il consigliere Nicola Ciolini ad annunciare e motivare il voto contrario del gruppo Pd alla proposta di risoluzione presentata dai gruppi di centrodestra. “Prendiamoli tutti e riportiamoli a casa loro non può essere la risposta”, spiega Ciolini. “L’unica paura che oggi dobbiamo avere è quella di non riuscire a fermare chi si contrappone all’integrazione di due mondi che si stanno incontrando e cercano di avere un rapporto costruttivo".

L’aula, al termine del dibattito sul rischio terrorismo, ha respinto la proposta di risoluzione presentata da Lega Nord, Forza Italia e FdI (primi firmatari i tre capogruppo, rispettivamente Manuel Vescovi; Stefano Mugnai;Giovanni Donzelli). L’atto muove proprio dal fatto che gli attentati sono stati tutti rivendicati “dal sedicente autoproclamato Stato islamico”. Quindi, è l’assunto, “le stesse rivendicazioni dimostrerebbero come i protagonisti in realtà siano appartenenti ad un corpo militare organizzato dello stesso autoproclamato stato islamico”.

C’è poi la considerazione “dell’eccezionale afflusso di immigrati, stranamente formato nella stragrande maggioranza da uomini in forza”, che rappresenta “un grave pericolo per la sicurezza”, come denunciato in audizione all’Europarlamento dal direttore del Centro anti-terrorismo di Europol, Manuel Navarrete Paniagua.

Si ritiene quindi “prioritario proteggere la popolazione dal forte pericolo di attacchi terroristici” e “dalla radicalizzazione dei musulmani sul territorio italiano, attraverso una serie di iniziative tese al rigoroso rispetto delle leggi italiane vigenti”.

La proposta di risoluzione respinta – 7 i voti a favore, espressi dai gruppi che l’avevano presentata, 20 i voti contrari – impegnava il presidente della giunta regionale a introdurre “ogni possibile norma atta a limitare il proliferare, anche indiretto, dei precetti del fondamentalismo islamico e ad affermare il primato dei valori costituzionali e del rispetto della legge sopra ogni religione”

Il presidente della giunta era chiamato poi a farsi portavoce nei confronti del Presidente della Repubblica, del Parlamento e del Governo della “necessità di redigere Linee guida nazionali per il contrasto al terrorismo”, con l’obiettivo di giungere ad una lotta integrata al terrorismo che coinvolga le istituzioni a tutti i livelli e i cittadini italiani stessi.


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