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Attualità lunedì 21 marzo 2022 ore 18:50

In Toscana 5.500 sfratti in attesa, è emergenza

Firenze ha il primato delle richieste di sfratti, seguita da Pisa e da Livorno. L'allarme lanciato da Cgil, Cisl, Uil e dai sindacati degli inquilini



TOSCANA — La ripresa delle esecuzioni degli sfratti per morosità incolpevole dopo la sospensione motivata dalla pandemia ha fatto sì che in tutta Italia siano in corso decine di migliaia di esecuzioni immobiliari sulla prima casa, a cui si aggiungono gli incrementi vertiginosi delle bollette.

Cgil, Cisl, uil, Sunia, Sicet, Uniat e Unioni Inquilini hanno diffuso un documento nazionale d'allarme a cui seguirà domani, a Roma, un presidio di protesta davanti al Ministero delle Infrastrutture per sostenere le proposte unitarie dei sindacati contro sfratti, caro affitti e bollette e a sostegno dell’edilizia pubblica. Una manifestazione a cui prenderà parte una nutrita delegazione dalla Toscana.

La situazione sul nostro territorio regionale è critica, con 5.500 sfratti in attesa. Il più alto numero di richieste di sfratti riguarda i capoluoghi ma l'emergenza si estende praticamente a tutti i Comuni della regione, in particolare nelle aree dove la crisi economica e il numero di licenziamenti e casse integrazioni si sono fatti sentire con maggiore drammaticità. Sono comunque le città ad alta vocazione turistica a soffrire di più di più l’emergenza sfratti.

Firenze ha il primato toscano per numero di richieste di sfratti in rapporto al numero di abitanti, con ben 50 convalide di sfratto a settimana (200 al mese), con una previsione di 130 sfratti mensili effettivi con forza pubblica. Pisa che si attesta al secondo posto, con 23 nuove convalide di sfratto settimanali, con una previsione di 30 sfratti mensili con forza pubblica. Al terzo posto Livorno con 22 convalide di sfratto, e una previsione di 28 sfratti mensili con forza pubblica. Seguono Lucca con ben 20 convalide di sfratto a settimana, con una previsione di 25 sfratti mensili con forza pubblica. Prato con 15 nuove convalide settimanali, e una previsione di 20 sfratti con forza pubblica. Grosseto, con 14 nuove convalide di sfratto settimanali, con una previsione di 20 sfratti mensili con forza pubblica Siena con 12 nuove convalide di sfratto settimanali, con una previsione di 18 sfratti mensili con forza pubblica. Arezzo, con 10 nuove convalide di sfratto settimanali, con una previsione di 10 sfratti mensili con forza pubblica. Infine Massa Carrara con 5 nuove convalide, con 3 sfratti mensili con forza pubblica.

Secondo i sindacati, la fine del periodo emergenziale legato alla pandemia di Covid non ha portato una risoluzione delle situazioni pregresse, anzi ne ha accentuato le criticità, moltiplicate dall’effetto del caro bollette domestiche e condominiali. Ad oggi sono 175 mila le famiglie in crisi abitativa. 

Un dato nuovo e allarmante riguarda anche gli inquilini delle case popolari dove i canoni di affitto sono sensibilmente più bassi rispetto al mercato. Nel corso del 2021 e nei primi 2 mesi del 2022 la morosità per affitti e soprattutto per le spese condominiali sta crescendo oltre i limiti fisiologici attestandosi in media oltre il 12% contro il 4% degli anni precedenti.

I sindacati degli inquilini e i patronati dei sindacati dei lavoratori hanno registrato un alto numero di contatti con persone che hanno inoltrato richiesta di assistenza per far fronte ai costi dell’abitare: dal primo Settembre 2021 al 28 Febbraio 2022 sono stati 3471 i toscani che si sono rivolti agli sportelli territoriali. Il 47% sono cittadini stranieri (1631); il 53% cittadini italiani (1839). Di questi il 29% usufruisce della cassa integrazione. Il 16% è titolare di partita iva operante in prevalenza attività legate alla cura della persona, piccolo commercio e artigianato. Il 22% hanno uno o più componenti del nucleo familiare che hanno perso il lavoro o chiuso l’attività. Il 15% lavora irregolarmente (in tutto o in parte a nero). Di questi, la quasi totalità lavorava nel comparto turistico, della ristorazione e nell’indotto. Il restante 18% è costituito da lavoratori dipendenti a basso reddito. Del campione, il 71% dei richiedenti abita nei comuni capoluogo, il 16% nelle aree periferiche. I restanti, sparsi tra le aree interne della regione. 

Riguardo la composizione familiare, il 12% sono monoparentali e il 9% sono donne sole con figli. Quanto ai canoni d’affitto: l’11% paga tra i 500/600 euro mensili; il 28% paga tra i 600/700 euro mensili; il 42% paga tra i 700/800 mensili; il 19% paga più di 800 mensili; per l’89% di questi il solo affitto, escluso utenze e condominio, incide oltre il 45% dei propri redditi. Il 18 % del campione versa anche una somma a nero oltre l’affitto dichiarato. Il 90 % delle persone auspicano l’assegnazione di una casa popolare e di un contributo affitto utile a mitigare anche i costi delle utenze domestiche. 

"La lettura di questi dati non lascia margini di interpretazione - dichiarano i sindacati - il perdurare di queste condizioni si tradurrà in ulteriori sfratti per morosità. Perdi il lavoro e poi perdi la casa".

Queste le proposte avanzate dai sindacati per affrontare l'emergenza:

contributo regionale e comunale, per un bando straordinario per il caro bollette; commissioni di emergenza abitativa per il passaggio da casa a casa, in tutti i comuni della Toscana: è indispensabile individuare una sede istituzionale, dove governare il fenomeno degli sfratti e graduare le esecuzioni con il concorso di tutte le parti in causa; ristrutturare tutti gli alloggi di edilizia pubblica sfitti, ad oggi oltre 3500, una cifra che testimonia l’inerzia e il disinteresse dei Comuni e riassegnarli in breve tempo a chi si trova da anni in graduatoria; un piano pluriennale di risorse per l’aumento dell’offerta di alloggi sociali in affitto a canoni sostenibili puntando sul recupero delle tante aree ed edifici pubblici dismessi senza ulteriore consumo di suolo e senza fini speculativi; una revisione della legge nazionale sulle locazioni che punti, attraverso la contrattazione collettiva e la leva fiscale, ad abbassare il livello degli affitti privati e ad aumentare l’offerta ad uso di abitazione principale; una dotazione finanziaria certa e continuativa per permettere una programmazione degli interventi e sostegno diretto agli inquilini in difficoltà, anche nel pagamento delle utenze e del condominio.


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