Lavoro martedì 22 aprile 2014 ore 19:17
La Regione accelera sulla riconversione della Lucchini

Rossi lancia un ultimatum su Twitter al Governo affichè prenda di petto la situazione e garantisca i fondi necessari alla sopravvivenza dell'azienda
FIRENZE — "O lo Stato e il Governo garantiscono 50 milioni o non firmo nessun accordo". Il presidente della Regione, Enrico Rossi, affida a Twitter il suo sfogo sulla situazione di incertezza che sta vivendo la Lucchini in questi giorni alla luce dell'imminente spegnimento dell'altoforno e delle difficoltà di riavviare un processo di riconversione. Rossi ha infatti lanciato l'hashtag #Piombinonondevechiudere, ribadendo però in tandem con l'assessore regionale alle attività produttive, Gianfranco Simoncini, l'intenzione della Regione di confermare i suoi impegni.
Impegni come quello di mettere a disposizione 60 milioni dal proprio bilancio, che si aggiungono ai 50 già previsti per l'ampliamento del porto. Altrettanto però dovrà fare il Governo.
"Chiediamo garanzie - ha detto Simoncini, al termine dell'incontro che si è svolto nel palazzo comunale di Piombino - per l'impiego prioritario dei lavoratori Lucchini per opere di bonifica, lavori di messa in sicurezza, smantellamenti.
L'assessore ha poi invitato i rappresentanti delle aziende dell'indotto a fronteggiare le eventuali criticità facendo ricorso agli ammortizzatori sociali più tutelanti nei confronti dei lavoratori, riconfermando la piena disponibilità della Regione ad utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per sostenere lo sforzo delle aziende, a cominciare dal finanziamento di progetti di formazione e aggiornamento.
Al termine della riunione è stato concordato che il tavolo si riunirà non appena verrà firmato l'accordo di programma per Piombino.
Nel frattempo si è appreso che Paolo Francini, l'operaio che da 48 ore era in sciopero della fame davanti alla portineria della fabbrica, ha concluso la sua protesta. "Ho passato ore abbastanza intense - ha commentato Francini - ma credo ne sia valsa la pena e comunque non sono mai stato solo. Sindacati e lavoratori erano con me".
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