Lavoro martedì 01 giugno 2021 ore 18:30
Le piscine stanno affogando, il 20% è già fallito
Il Coordinamento delle Associazioni dei gestori impianti natatori chiede aiuto al governo: "150 milioni di euro per salvare 3.000 impianti in Italia"
ROMA — Almeno il 20% delle imprese che gestiscono piscine è fallito, altre falliranno di qui a Settembre. A tracciare un quadro della drammatica crisi in cui è piombato questo settore che conta in Italia 1.500 aziende, 200mila lavoratori e 4 milioni e mezzo di utenti è Marco Sublimi, alla guida del Coordinamento delle Associazioni dei gestori degli impianti natatori.
Le piscine al chiuso saranno fra le ultime attività a ripartire, il prossimo Primo Luglio, e la riapertura dal 15 Maggio di quelle all'aperto è stata, per Sublimi, solo un contentino, considerando anche l'andamento meterologico, con molte giornate fredde e quindi pochi clienti.
"Siamo gli ultimi a riaprire perchè non si conosce il nostro ambiente e il nostro lavoro - spiega Sublimi all'Ansa - Si è partiti dal presupposto che le piscine sono frequentate da moltissime persone di tutte le età e quindi chiudendo si risolveva il problema alla radice. Eppure ci sono studi nazionali, europei e mondiali che confermano la sicurezza all'interno degli impianti natatori rispetto al contagio da Covid, grazie soprattutto alla presenza del cloro in acqua e nell'aria. Il cloro è un acido che viene usato per disinfettare le superfici dai batteri e anche dal virus del Covid".
Secondo il Coordinamento delle Associazioni dei gestori degli impianti natatori, il danno economico subito dalle imprese è incalcolabile. "Rispetto ai fatturati di una stagione tradizionale fatichiamo a raggiungere il 30-40% - sottolinea Sublimi - Le piscine stanno affogando, serve un salvagente immediato".
Il 'salvagente' ha numeri precisi e un esempio nazionale. "In Sardegna il governatore Solinas ha calcolato 50mila euro a fondo perduto per i 40 impianti natatori sardi - dice Sublimi - Un provvedimento che ha quantomeno permesso di salvare queste imprese dal fallimento".
Secondo il coordinamento delle associazione dei gestori, il governo Draghi dovrebbe adottare un provvedimento analogo. "In Italia gli impianti natatori sono 3.000, significherebbe 150 milioni di euro per salvarli e garantire la possibilità di nuotare a 4 milioni e mezzo di italiani, di cui 2 milioni e mezzo sono bambini e adolescenti" conclude Sublimi.
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