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Cronaca lunedì 29 aprile 2024 ore 18:35
Ceramiche etrusche e romane nella collezione ereditata
I carabinieri hanno recuperato in un complesso immobiliare 84 manufatti detenuti senza titolo, riconsegnandoli alla soprintendenza
LIVORNO — Anfore e ceramiche d'epoca romana ed etrusca, un patrimonio archeologico d'inestimabile valore comprendente 84 pezzi rinvenuto in un complesso immobiliare del Livornese il cui proprietario l'aveva ricevuto in eredità. Tutto quel ben di Dio era stato probabilmente acquistato illecitamente fra gli anni 70 e 80 del Novecento, ma adesso i carabinieri del nucleo tutela del patrimonio culturale (Tpc) di Firenze l'hanno recuperato e restituito allo Stato riconsegnandolo alla soprintendenza di Pisa e Livorno.
La consegna ufficiale è avvenuta stamani a Livorno. L’attività investigativa del nucleo Tpc di Firenze è nata in seguito a una segnalazione. I successivi accertamenti hanno portato ad accertare l’autenticità dei reperti archeologici. Privi di documentazione attestante la provenienza lecita, sono stati immediatamente sequestrarti.
In particolare, l’esame tecnico-scientifico condotto da funzionario archeologo della soprintendenza ha collocato i reperti in un periodo cronologico che va dal VII secolo avanti Cristo al VII secolo dopo Cristo.
Gli antichi manufatti consistono per lo più in ceramica apula, ionica ed attica, appartenenti ad un unico contesto funerario e in ceramica etrusca di ambito ceretano probabilmente appartenenti allo stesso corredo funebre. E poi alcune anfore romane, di datazione diversa e quindi provenienti da differenti contesti.
"L’attuale normativa - spiegano i carabinieri - attribuisce allo Stato la proprietà degli oggetti di interesse artistico, storico e archeologico rinvenuti sotto terra o in mare a partire dall’anno 1909, facendo riferimento alla Legge 364 del 1909. Dopo tale data il possesso di reperti archeologici è ritenuto lecito solo in presenza di documenti o altri titoli che ne attestino il regolare acquisto o lascito ereditario, oppure di consegna dei suddetti reperti da parte dello Stato quale quota parte del premio di rinvenimento".
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