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Attualità venerdì 24 giugno 2016 ore 07:00

Una tonnellata di pesce non tracciato

La guardia costiera toscana non ha trovato la documentazione sull'origine dei prodotti e ha fatto multe per un totale di 80mila euro



LIVORNO — La stretta sui controlli è arrivata con la stagione estiva, cioè quando la richiesta di pesce soprattutto sulle tavole dei ristoranti cresce. A svolgere le operazioni di verifica nelle acque dell'arcipelago ma anche sulla terraferma sono stati gli ispettori della Direzione marittima di Livorno. 

Alla fine dei 250 controlli eseguiti nella rete sono finiti 1.300 chili di pesce. L'operazione è stata chiamata ''Echinoidea'' e ha visto l'impiego di oltre 130 militari e di 11 motovedette. Nel mirino dei controlli sono finiti la pesca in zone vietate e l'uso di attrezzature illegali.

Sul fronte del lavoro nero la Capitaneria di Livorno ha fermato due motopesca che avevano imbarcato un equipaggio irregolare, oltretutto non iscritto nei registri dei pescatori professionali. In questo caso le multe sono ammontate a oltre 4mila euro. Davanti al cono di entrata e uscita del porto di Livorno è stato sequestrato anche un palangaro di oltre 1 chilometro insieme a mille ami. A Follonica, la Guardia Costiera del luogo ha concentrato l'attenzione sulle zone di ripopolamento del Golfo, riscontrando due violazioni effettuate da un motopesca e da un abusivo a bordo di un'imbarcazione da diporto.

I controlli hanno riguardato anche l'entroterra. In una pescheria del centro di Firenze sono stati sottoposti a fermo 114 chili di pesci pregiati, tra cernie, spigole, orate insieme a  molluschi e crostacei, tutti privi della documentazione che ne garantisse l'origine. La multa è ammontata a 1.500 euro, mentre altre tre pescherie fiorentine dovranno sborsare  3.500 euro. Problemi anche in Versilia, dove le violazioni hanno riguardato mezzo quintale di prodotti e quasi 20mila euro di sanzioni amministrative. 


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