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Cronaca sabato 17 giugno 2017 ore 11:42

La protesta dei pescatori sportivi

Fiops: "Nessuna boa, nessuna comunicazione. Però le multe sono salate". Il pluricampione del mondo di pesca Marco Volpi portavoce del dissenso



LIVORNO — Oltre 50 pescatori sportivi e ricreativi con in mano sanzioni e regolamenti si sono dati appuntamento ieri mattina al porto di Livorno, allo scoglio della Regina. Accompagnati dal pluricampione di pesca in mare Marco Volpi, hanno manifestato contro le modifiche legislative in materia di accesso e regolamentazione della pesca sportiva e ricreativa all'interno dell'area marina protetta Secche della Meloria.

"Le variazioni non sono state adeguatamente comunicate come prevedeva il decreto – ha sottolineato il livornese Volpi – non è stata aggiornata la carta interattiva sul sito istituzionale e non sono state posizionate le boe segnaletiche. Ma le multe sono arrivate puntuali".

All’incontro è intervenuto il direttore della Federazione italiana operatori pesca sportiva Francesco Ruscelli per ascoltare i pescatori e farsi anche lui portavoce del loro dissenso presso le autorità competenti.

Due le principali problematiche che sono emerse. La prima risale addirittura a 7 anni fa quando il decreto ministeriale del 21 ottobre 2009, affidando la gestione dell'area marina protetta all'Ente Parco di San Rossore e Migliarino Massaciuccoli, aveva imposto l'avvio delle procedure per l'acquisto di segnalatori marittimi (boe) indispensabili a segnalare i confini. "Tale obbligo è stato ignorato. In mancanza di un aggiornato strumento gps – spiega Francesco Ruscelli – diviene estremamente complesso comprendere in quale zona e sottozona ci si trovi. Perché non sono mai state acquistate e collocate le boe?".

Inoltre il decreto ministeriale del 18 aprile 2014 ha individuato all'interno della zona B tre nuove sottozone (B1, B2, B3) con una loro peculiare disciplina delle attività concesse. Per quanto riguarda l'esercizio della pesca sportiva e ricreativa, mentre prima nella zona B era consentita la pesca ricreativa con canna e lenza ai residenti nei comuni di Livorno e Pisa, oggi nella sottozona B1, così come nella zona A, la pesca ricreativa non è permessa in alcun modo mentre nella sottozona B2 è consentita ai residenti dei comuni di Livorno e Pisa, e nella B3 a quelli di Livorno, Pisa e Collesalvetti. "Ciò - prosegue la Fiops- renderebbe necessaria l’installazione di boe per delimitare non solo l'area ma anche le zone e le sottozone".

"L'introduzione di queste modifiche – continua Ruscelli – ci porta ad affrontare la seconda problematica ovvero la mancanza di comunicazione adeguata. Pur essendo prevista dal decreto ministeriale del 18 aprile 2014 ampia diffusione di materiale informativo, non sembra che questa sia mai stata realizzata dall'ente preposto".

"Nel sito ufficiale dell'area marina protetta Secche della Meloria è presente una mappa interattiva non aggiornata e fuorviante - aggiungono i pescatori- risalente addirittura al periodo antecedente al 2014, che riporta una zonazione in aree A, B, C".

"I pescatori - lamenta la Fiops- hanno scoperto delle modifiche legislative solo con l’arrivo delle prime multe, in alcuni casi molto alte"

"La Fiops – prosegue il direttore Francesco Ruscelli – è vicina a queste problematiche e sosteniamo il diritto dei pescatori sportivi e ricreativi a ricevere la giusta informazione. Mi impegnerò a farmi ambasciatore di malcontento e reclami presso le istituzioni competenti".

Anche il pluricampione del mondo di pesca in mare Marco Volpi ha avanzato una richiesta: "Data la confusione che si è creata e la scarsità di informazione, domandiamo che sia sospeso l’obbligo di richiedere i permessi per l’accesso all'area marina protetta Secche della Meloria almeno fino al 31 dicembre. Infatti, per effetto del congestionamento nella richiesta dei permessi, oggi sembra che serva un mese e mezzo per ottenere l’autorizzazione. Questo stato di cose rischia di impedire l’accesso e la fruibilità a tutti i cittadini di un’area che è da sempre vissuta pienamente, in particolare durante il periodo estivo".

Insieme al gruppo di pescatori sportivi e ricreativi, si sono presentati anche alcuni rappresentanti dei principali negozi di articoli da pesca della zona: "Gli ostacoli degli ultimi anni - osservano i commercianti del settore- hanno causato una diminuzione considerevole del nostro fatturato".

"La limitazione della pesca sportiva – ha concluso Ruscelli – rappresenta una perdita per l’economia dei territori. Il prelievo di pescato totale dei ricreativi rappresenta forse l’1,5 per cento del prelievo industriale, tanto in Italia che in altre zone del mondo, numeri che dimostrano quanto sia sostenibile la pesca amatoriale. In Florida hanno calcolato che il valore di un chilo di pesce pescato da un ricreativo vale circa 155 dollari per effetto dell’indotto che viene creato, contro i 17 dei professionisti. In Italia i valori non cambiano e i dati si commentano da soli".


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