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Attualità domenica 29 novembre 2020 ore 13:11

Con il Covid e in quarantena si presentano al Cup

Due vicende al limite raccontate dalla Uil: "Una persona in attesa del risultato del tampone si è presentata al Cup e ha scoperto di essere positiva"



MASSA — Dopo i 5 positivi ad Aulla e i 3 dello sportello al Noa, si sono verificati altri due casi al limite che mettono a rischio la salute dei lavoratori. A portare alla luce il caso dello sportello prenotazioni dell’Usl Toscana nord ovest ad Aulla è il referente della Uiltrasporti per il settore, Angelo Lieti: “Al Cup sono stati rispettati i protocolli contro la diffusione del contagio da Covid19? Ci chiediamo quali. Perché soltanto venerdì una persona infetta si è presentata davanti all’operatore dello sportello del distretto di via Bassa Tambura dove ieri mattina ne è arrivata una seconda, che avrebbe dovuto essere in quarantena in attesa del tampone del marito. Se questi sono i protocolli allora stiamo freschi”. 

“Venerdì una persona, residente fuori comune, è arrivata tranquillamente al distretto senza alcun problema. Aveva fatto il tampone e non riusciva ad avere il risultato. Si è presentato all’ingresso dove è stato subito respinto perché aveva la temperatura alta. E fin lì sarebbe stato tutto quasi in regola, pur sapendo che l’esito dei tamponi non può e non deve essere richiesto agli sportelli o ai distretti ma solo online o tramite il medico di famiglia. A ogni modo, questa persona non si è arresa. Si è allontanata ed è tornata poco dopo. Magari si è passata del ghiaccio in fronte – continua Lieti – ma il termoscanner probabilmente ha fallito la misurazione e lo hanno fatto entrare. E poi si è scoperto allo sportello che era positivo. E’ saltata ogni regola, è fallito in questo caso il Protocollo attuato a cui fa riferimento l'Asl nella risposta ai miei interventi precedenti e alla email inviata. Sabato mattina un'altra vicenda paradossale. Una signora si è presentata al distretto di Massa per disdire un appuntamento. Temperatura in regola, niente da dire. Peccato che suo marito si trovasse in casa in attesa del tampone, convivente possibile positivo. Tutto giusto per il protocollo ma è evidente che ha delle falle”. 

Lieti mette nel mirino tutte le procedure dell’Asl che hanno dimostrato di non funzionare, come in questi due ultimi casi: “Soprattutto non funzionano perché allo sportello, a rischiare in prima persona con l’utenza sono dipendenti di cooperative che si possono difendere con una misera mascherina chirurgica mentre il personale sanitario è bardato, giustamente, di tutto punto, dalla testa ai piedi. Senza contare che le barriere parafiato continuano a essere troppo basse – conclude Lieti –. Chiediamo se è possibile avere procedure più rigide e chiediamo di fornire ai lavoratori delle cooperative gli stessi dispositivi di protezione dei dipendenti Asl”.


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