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Cronaca giovedì 08 novembre 2018 ore 18:00

Rito magico col sangue per diventare schiave

Le vittime sono nigeriane obbligate a compiere il rito "Ju Ju" prima di venire in Italia a prostituirsi. Arrestata una coppia di loro connazionali



MONTECATINI — E' una storia terribile, piena di violenza, minacce e soprusi, quella delle giovani donne nigeriane cadute nella rete organizzata da alcuni connazionali per farle venire in Italia e obbligarle a prostituirsi in varie città, fra cui Prato.

L'indagine è culminata con l'arresto di un uomo e di una donna nigeriani, accusati di tratta di persone, tentata estorsione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Lui adesso è in carcere, lei è sottoposta all'obbligo di dimora nella Valdinievole.

Nel corso dell'inchiesta gli inquirenti hanno scoperto che le ragazze, prima di lasciare la Nigeria, dovevano sottoporsi a una sorta di rito magico, denominato Ju Ju, che le trasformava in schiave: i loro aguzzini si facevano consegnare dalle giovani materiale organico e indumenti intimi che chiudevano in un sacchetto; poi ferivano loro le mani con strumenti appuntiti, mescolavano il sangue con altre sostenze e infine spalmavano la mistura sulle ferite stesse. Concluso il rituale, le ragazze partivano e arrivavano in Italia attraversando il Mediterraneo sui barconi della rotta libica dell'immigrazione clandestina. Concluso il viaggio, diventavano automaticamente debitrici di 35mila euro con l'organizzazione e, per ripagare le 'spese ', non potevano far altro che prostituirsi. Solo quando il debito fosse stato completamente azzerato, le giovani potevano considerarsi libere dal vincolo magico. Una situazione da incubo, fatta di violenze e vessazioni rafforzate da minacce anche alle famiglie di origine rimaste in Nigeria.

Durante l'indagine sono stati sequestrati numerose confezioni di preservativi e farmaci per procurare l'aborto.

I due arrestati, Eghosa Odigie e Omorovbye Joyce Uhunmwuosere, entrambi 34enni e originari di Benin City, risultano residenti a Pistoia. Le indagini proseguono per stabilire quanto vasto sia il raggio di azione della banda, non solo in Toscana


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