Livorno porto sicuro, sbarcati i primi 142 migranti

LIVORNO — C'era anche un neonato di 7 mesi appena fra i 142 migranti a bordo della nave Life Support di Emergency, attraccata stamani all'alba alla banchina 75 nel porto di Livorno assegnato alla nave Ong come porto sicuro. Le operazioni di sbarco si sono esaurite nel tardo pomeriggio, mentre per domattina 23 Dicembre verso le 8, è atteso l'arrivo dell'altra nave Ong, la Sea Eye 4 che ha un carico umano di 108 persone fra cui almeno 12 minori.

Oggi le operazioni di controllo sanitario hanno portato a tre ricoveri, mentre gli specialisti dell'ospedale pediatrico Meyer hanno condotto accertamenti sulle condizioni dei minori a bordo, fra cui appunto il bimbo di pochi mesi. La donna incinta che era attesa è al settimo mese di gravidanza, e anche lei è stata visitata dagli specialisti.

E intanto sul fronte dell'accoglienza post sbarco i 22 minori, non 26 come nelle previsioni, rimarranno in Toscana: per 18 di loro è stata individuata una struttura di destinazione in Valdicornia, a Piombino, mentre gli altri 4 rimarranno nella stessa Livorno. Gli adulti invece sono indirizzati fuori Toscana. 

Lo stesso avverrà domani per quanti arriveranno con la Sea Eye 4: i 12 minori e 46 adulti rimarranno in Toscana, mentre gli altri saranno accolti 32 in Emilia-Romagna, 30 in Lazio.

Alle operazioni in banchina oggi hanno presenziato le due assessore regionali alla protezione civile Monia Monni e al sociale Serena Spinelli: “La gestione di questi arrivi si sta rivelando molto positiva. Ciò è stato possibile perché si è mossa quella che si sta rivelando come una straordinaria macchina organizzativa - ha affermato Spinelli - che ha visto una relazione efficace tra tutte le istituzioni coinvolte, con il coordinamento della prefettura".

Soddisfazione per la gestione dell'evento, il primo del suo genere in Toscana, viene espressa da Monni che tuttavia non manca di esporre una sottolineatura: "E' assolutamente insolito che si utilizzi per gli sbarchi un porto così lontano dal luogo in cui si raccolgono i migranti che, pur trovandosi in condizioni molto precarie, in questo modo sono costretti a stare in mare più tempo", osserva. 

"Anche per le navi di salvataggio - aggiunge - significa perdere quattro giorni ed essere sottratte ai salvataggi. Senza contare che persone già molto provate fisicamente e psicologicamente sono costrette a passare un periodo molto più lungo in mare”.

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