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Cronaca lunedì 08 giugno 2015 ore 14:28

Labirinti societari, arrestato imprenditore

L'uomo è accusato di bancarotta fraudolenta. Sequestrati dalla Guardia di Finanza 42 fra case e terreni per un valore superiore ai 5,5 milioni di euro



LIVORNO — Nelle prime ore del mattino, militari della polizia tributaria e della sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza hanno eseguito un'ordinanza di arresti domiciliari emessa dal gip Beatrice Dani nei confronti di Alberto Rocchi, 45 anni, pisano, in concorso con altre tre persone, per bancarotta fraudolenta.

Per evitare la reiterazione del reato e ulteriori trasferimenti fittizi di beni, tutelando così i creditori del fallimento, è stato eseguito anche il sequestro preventivo di quote sociali per 50 mila euro e di 42 unità immobiliari intestate a società riconducibili al Gruppo Rocchi Costruzioni, il cui valore di aggira intorno a 5 milioni e mezzo di euro. Si tratta di 7 terreni, 5 appartamenti, 5 autorimesse e magazzini, 12 aree urbane e 13 unità abitative in corso di costruzione per lo più a Cascina, Pisa, in Corso Italia, e Viareggio.

Secondo gli inquirenti, l’indagine ha consentito di accertare che Alberto Rocchi, nella sua veste di amministratore unico della Immobiliare Vicarello, società immobiliare con sede a Collesalvetti dichiarata fallita dal Tribunale di Livorno il 16 febbraio 2011, ha sottratto le scritture contabili della società in modo da impedire al curatore fallimentare la ricostruzione dell’attivo patrimoniale, effettuando una sistematica attività  di distrazione dei beni aziendali.

Più in dettaglio, gli investigatori ritengono che Rocchi, malgrado un evidente stato di crisi iniziata dal 2008, ha continuato negli anni a gestire la società in maniera consapevole e negligente, aggravando il dissesto dell’immobiliare ed accumulando debiti per oltre 3,3 milioni di euro.

Per sottrarsi alle sue responsabilità nei confronti dei creditori, l'imprenditore avrebbe ideato e attuato un articolato sistema fraudolento basato  su una serie di atti societari che hanno coinvolto anche altre società del Gruppo Rocchi e soggetti giuridici strumentalmente utilizzati per simulare la vendita di unità immobiliari e disperdere le risorse finanziarie.

Si tratta di società, la cui proprietà in alcuni casi è stata mascherata da società di diritto inglese, gestite in tutto e per tutto da Rocchi avvalendosi di teste di legno remunerate con compensi forfettari, che si limitavano ad aprire conti correnti, firmare assegni in bianco o compiere e firmare atti, anche di rilevante importo, di cui non conoscevano il contenuto.

Gli accertamenti finanziari eseguiti dai militari della Guardia di Finanza hanno appurato come gran parte delle compravendite immobiliari simulate siano state regolate con pagamenti in realtà mai eseguiti, con assegni annullati, mai negoziati e incassati, oppure con inverosimili pagamenti in contanti avvenuti prima dell’atto di registrazione per importi fino a 2 milioni di euro.


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