GIALLO Mazzola giovedì 31 luglio 2025 ore 08:00
Giampaolo Simi e la Versilia che non ti aspetti

Specie in questo periodo, siamo tutti portati ad associare la Versilia al mare e alle vacanze estive. Ma la Versilia è molto altro. Lo sa bene Giampaolo Simi, autore versiliese che proprio della sua terra d’origine ha fatto un tema ricorrente di molti romanzi.
PECCIOLI — Scrittore, ma anche sceneggiatore e soggettista per la tv, Simi ha conquistato il grande pubblico a colpi di noir. Avendo partecipato nel 2019 al progetto Parole Guardate, lo scrittore ha un rapporto privilegiato e di amicizia con la nostra Peccioli.
Tra lei e me (Sellerio, 2025) è la sua ultima opera, anch’essa ambientata in Versilia: l’avvocato Valvassori, per la prima volta, accetta di difendere un indagato per omicidio. Si tratta di Leandro, accusato di aver ucciso la compagna Lorena, agente immobiliare di un certo successo, trovata morta per strangolamento in un immobile che trattava in esclusiva, proprio poche ore dopo aver salutato Leandro. Le indagini si concentrano subito su quest’ultimo. Leandro, tuttavia, si proclama innocente e si affida all’avvocato Valvassori. La notte prima dell'interrogatorio degli inquirenti, l'avvocato incontra il suo assistito. Chi è veramente Leandro? E chi era Lorena? Si cerca la verità sulla sua morte ma si indaga anche sull’enigma delle relazioni sentimentali. Giampaolo Simi ci consegna forse il suo romanzo più teso. Una lunga notte, un palcoscenico in cui serpeggia una doppia tensione: credere a un uomo accusato di aver ucciso la compagna o al suo avvocato, che pretende dall'assistito la verità e che sembra coincidere solo con una piena confessione? Dopo il buio, l’arrivo dell’alba scioglierà la tensione.
Ecco, dunque, quel che ci ha detto Giampaolo Simi riguardo al rapporto tra le sue opere e la sua terra natale, un intreccio difficilmente districabile.
La Versilia è spesso più che uno sfondo nei tuoi romanzi: è quasi un personaggio. Che rapporto hai con questa terra e questo mare?
Un rapporto complicato, perché il luogo dove nasci non te lo scegli. Però ti segna, ti ricorda chi sei e non è detto che questo ti piaccia sempre. La Versilia ha un’identità sfuggente, o forse semplicemente ha sempre accettato l’identità da cartolina che le veniva affibbiata, anche se la verità sotto la cartolina è un’altra. C’è una durezza, un dolente fatalismo che non ti aspetteresti. Ma al turista di queste cose, ovviamente, non importa granché.
Quali aspetti della Versilia ti ispirano maggiormente: la bellezza naturale, la vita di provincia, le ombre dietro la facciata turistica?
Più di tutto il fatto che è un microcosmo completo. Sia dal punto di vista del paesaggio (mare, spiaggia, lago, pianura, collina, montagna: tutto in un pugno chilometri), sia dal punto di vista sociale. Nella seconda metà del Novecento la Versilia riproduceva l’Italia in miniatura, proprio perché abitata da molte persone che si erano fermate qui venendo da sud o da nord. Chi perché aveva bisogno di lavoro, chi perché poteva permettersi di non lavorare affatto.
Da versiliese, ti senti più attratto dai luoghi della memoria o da quelli che mutano nel tempo e si trasformano?
Mi piacerebbe potermi entusiasmare per dei luoghi che si trasformano in base a un’idea di futuro. Ma purtroppo si va avanti a braccio, in ordine sparso. E quindi è inevitabile poi ritrovarsi a vivere solo di nostalgia per l’era sognante del liberty o per la Versilia degli anni ’60. Okay, ci sta, ma forse sarebbe l’ora di superare la cosa.
Hai mai pensato di ambientare un romanzo altrove, o la Versilia è un filtro necessario attraverso cui racconti tutta l’Italia?
Ho ambientato un romanzo a Roma, mentre almeno altri due o tre si muovono in giro per la Toscana. Devo dire che decido in base alla storia. Ci sono storie che davvero non potrebbero svolgersi altrove, come il ciclo di Dario Corbo o Tra lei e me.
In che modo i tuoi concittadini reagiscono quando riconoscono scorci e atmosfere reali nei tuoi romanzi?
Sono momenti che fanno pensare al lettore che quel romanzo sia un po’ più “suo”. Altre volte invece sento della riconoscenza o anche dell’orgoglio. E delle volte, poi, i lettori vengono addirittura a dirmi che, non so, un negozio di giocattoli o uno studio legale che io ho immaginato in un tal luogo per esigenze di narrazione, in realtà in quella via è esistito davvero.
Il romanzo Cosa resta di noi (Sellerio, 2015) è ambientato in un rigido inverno versiliese, all'interno di uno stabilimento balneare chiuso. La scomparsa misteriosa attorno a cui si svolge la storia avviene nel giorno in cui la Versilia viene colpita da una straordinaria nevicata, rarissima da queste parti. Che senso ha avuto inserire le immagini di una Versilia meno turistica e conosciuta?
È stato come raccontare un backstage, un dietro le quinte. Come certi film che ti raccontano, per esempio, il giorno dell’omicidio di Bob Kennedy, ma dal punto di vista di persone comuni che si ritrovano nell’albergo dove alloggiava il giovane senatore. Oppure che ti raccontano un matrimonio, ma vissuto da coloro che lavorano nel catering. Chi viene qui d’estate ci concepisce come lavoratori stagionali deputati all’accoglienza e finisce per pensare, consapevolmente o no, che poi noi, da ottobre a maggio, andiamo in letargo come le marmotte.
Siamo certi che, adesso, guarderete la Versilia non solo come una terra di vacanze, ma come un piccolo mondo fatto anche di passioni e contraddizioni, un luogo vivo, pieno di storie e trame avvincenti, come quelle di un romanzo noir.
A cura dello Staff della Biblioteca Fonte Mazzola di Peccioli
CONSIGLI DI LETTURA:
Perché proprio il giallo a Fonte Mazzola?
Tutto è iniziato nel 2016 con Parole Guardate, il nostro Festival del giallo. Un progetto di contaminazione tra teatro, letteratura e scrittura, per adulti e bambini.
La particolarità del progetto Parole Guardate è stata quella di incentrare le sue attività e gli eventi sulle opere di un unico scrittore: negli anni sono stati protagonisti grandi e prolifici autori come Maurizio de Giovanni, Romano De Marco, Marilù Oliva, Giampaolo Simi, Piergiorgio Pulixi, penne che hanno riscosso molto successo e affetto da parte del pubblico.
La Biblioteca Comunale e Archivio Fonte Mazzola, con i suoi 400 metri quadri di ampiezza e una collocazione spettacolare sul limitare della campagna pecciolese, è stata inaugurata il 26 gennaio 2019. Qui puoi trovare una sezione dedicata al giallo italiano e straniero (americano, inglese, nord-europeo, francese…) e un patrimonio librario composto da oltre diecimila volumi, più la preziosa collezione del prof. Arnaldo Nesti, consistente in altri novemila volumi e la donazione del Prof. De Santi, strutturata in altri mille libri, rari e di pregio, monografici sul cinema.
Tutti gli spazi sono utilizzabili in assenza dell’operatore bibliotecario ogni giorno dalle h. 8 alle 24 (compresi la domenica e i giorni festivi), tramite un codice personale di accesso. L’iniziativa, unica sul territorio della Valdera, è il fiore all’occhiello della nostra Biblioteca e permette a numerosi studenti e utenti di frequentare in libertà, ma con assoluto rispetto, le sale a disposizione.
Qui troverai una Biblioteca dei Ragazzi con un’ampia varietà di letture dedicate ai giovani e suddivise per fasce di età disposte in una luminosa sala, rivolta verso l’Anfiteatro Fonte Mazzola; lo Speaker’s corner, l’angolino del parlato, la graditissima attività proposta agli utenti dai 6-14 anni in cui un nostro operatore esperto sarà a disposizione per conversare in lingua inglese.
Tra le tante attività della Biblioteca abbiamo avuto quest’anno gli incontri del Circolo dei Lettori, si è tenuto il corso di scrittura creativa del giornalista Andrea Marchetti e intitolato Di vario genere (in dodici appuntamenti).
Per celebrare l’importanza della lettura come conoscenza e crescita personale, abbiamo portato avanti l’iniziativa condotta dalla psicologa e psicoterapeuta Rachele Bindi “Scrittori minori del Novecento”, legata alla Libroterapia, un metodo che parte proprio dalla lettura, per promuovere il benessere psicologico e la crescita personale di ciascuno.
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