GIALLO Mazzola giovedì 16 marzo 2023 ore 09:30
Una Pasqua rosso sangue
Parliamo di una storia intrisa di sangue e vi proponiamo la lettura degli elaborati di due partecipanti al corso di scrittura "Storie a tinte gialle"
PECCIOLI — Si è concluso il corso di scrittura dal titolo Storie a tinte gialle, promosso dalla Fondazione Peccioli per l’Arte e condotto dal giornalista Andrea Marchetti presso la nostra Biblioteca Fonte Mazzola. La storia che si intreccia al noir è presente negli elaborati che pubblichiamo in QUIeBook: i primi di una serie sono L’eredità di Gloria Casati e L’omicidio del Corpus Domini di Domenico Simone, realizzati alla fine del Corso di scrittura e frutto della fertile fantasia di due partecipanti.
Anche noi in questo nuovo articolo parleremo di una storia: una storia intrisa di sangue. Siamo vicini alla Pasqua, momento della tradizione liturgica strettamente collegato nella cultura cristiana al versamento del sangue.
Ricordiamo che la parola “Pasqua” proviene dal termine ebraico “pèsach”, che significa “passare oltre”. Ci riferiamo alla fatale notte in Egitto, durante la quale la piaga finale, la morte dei primogeniti, si sarebbe abbattuta su tutto il popolo. Ogni famiglia ebrea avrebbe dovuto prendere un agnello e, al versetto 6 del capitolo 12 dell’Esodo, si legge: “Tutta la comunità d'Israele, riunita, lo sacrificherà al tramonto”.
Gli agnelli che furono sacrificati rappresentavano un altro Agnello e Dio guardava ad essi come se fossero uno solo, Gesù Cristo, ovvero la Pasqua offerta per i credenti sulla croce. Ma perché per i fedeli il sacrificio di Gesù significa "passaggio”? Accettare questo come riscatto per la propria vita significa passare dalla morte spirituale a una rinascita. Dalla schiavitù della propria carnalità ed egoismo, alla libertà che Dio può dare.
Ogni famiglia israelita avrebbe dovuto mettere il sangue dell'agnello fuori, sugli stipiti della porta, in modo che l'angelo della morte, vedendolo, non si sarebbe fermato, ma sarebbe, appunto, passato oltre. Anche in questo caso, il sangue diventa nella tradizione cristiana il sangue di Cristo versato sulla croce, che consente a coloro che credono e accettano personalmente quel sacrificio, di avere la certezza della vita eterna.
Gli Israeliti non furono salvati in quanto discendenti di Abramo; se gli Egiziani avessero ubbidito all'ordine di Dio di aspergere col sangue dell'agnello gli stipiti della porta, anche loro sarebbero stati salvati dall'angelo della morte. Dio aveva detto: “Quando vedrò il sangue, passerò oltre”.
Quella notte, in Egitto, morirono i primogeniti nelle case non protette dal sangue. Vediamo quindi che l'aspersione del sangue sugli stipiti e sull'architrave delle porte era una dimostrazione di fede e ciò corrisponde alla fede personale in Cristo.
Attraverso tutta la Bibbia troviamo il principio secondo il quale, senza spargimento di sangue non può esserci perdono dei peccati. In altre parole, Dio non può, arbitrariamente o con un atto di generosità, chiudere gli occhi davanti al peccato e ignorarlo, così come non può farlo un giudice odierno davanti al colpevole. Il giudice applicherà la legge e la pena verrà inflitta. Anche la legge di Dio è inesorabile, in quanto afferma che l'anima che pecca, morirà. La sentenza di morte incombe su ciascuno di noi, ma la grazia di Dio ha fatto in modo che la vita di un innocente si sostituisse al colpevole. Fino alla venuta di Gesù, si trattava di un agnello che veniva offerto in sacrificio, ma poi Egli fu “L'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” (Giovanni 1:29). Chi crede in Gesù come suo Salvatore sarà appunto salvato dal giudizio riservato ai peccatori.
Per i cristiani senza spargimento di sangue non può esserci la Salvezza, dunque questo è imprescindibile.
In molti thriller e romanzi gialli, allo stesso modo, l’utilizzo del sangue è imprescindibile. “Poi il sonno, con un’inquietudine nuova, un’ansia diversa sotto la pelle, sembra un malessere invece era la primavera: il sangue cercava una via d’uscita”. Il sangue delle passioni, al risveglio della natura, preme per uscire. Ne La condanna del sangue di Maurizio de Giovanni (Einaudi, 2013) il Commissario Ricciardi afferma che poter vedere il sangue e parlare con i cadaveri ormai morti di morte violenta è un misto tra un dono e una condanna. Il “fatto”, come lo chiama Ricciardi, è la capacità di sentire le ultime parole pronunciate in punto di morte dai defunti.
Il sangue dunque serve. Ancora oggi, infatti, A sangue freddo (Garzanti, 1966) di Truman Capote viene considerato da molti il libro che ha dato origine a un nuovo genere letterario, un'opera rivoluzionaria e affascinante, una combinazione unica di abilità giornalistica e potere immaginativo. Il 15 novembre 1959, nella cittadina di Holcomb, in Kansas, un proprietario terriero, sua moglie e i loro due figli vengono trovati brutalmente assassinati e la vicenda è realmente accaduta: sangue ovunque, cavi telefonici tagliati e solo pochi dollari rubati. A capo dell'inchiesta c'è l'agente Alvin Dewey, ma tutto ciò che ha sono due impronte, quattro corpi e molte domande. Truman Capote si reca di persona sul luogo dell'omicidio con la sua amica d'infanzia, la scrittrice Harper Lee, e, mentre ricostruisce i fatti, le indagini che portano alla cattura, il processo e infine l'esecuzione dei colpevoli Perry Smith e Dick Hickock, esplorano le circostanze di questo terribile crimine e l'effetto che hanno avuto sulle persone coinvolte, scavando nella natura più profonda della violenza americana.
“Truman Capote fa un’operazione unica: crea un genere nuovo, quello della non-fiction, uno dei capisaldi della letteratura americana del XX secolo. Ricostruisce questa storia attraverso decine e decine di interviste con tutti i protagonisti, con tutte le persone che si trovavano lì, con tutti quelli che conoscevano questa famiglia. Riesce alla fine a entrare in rapporti, in modalità forse un po’ discutibile dal punto di vista etico, anche con i due killer” - Pablo Trincia.
Non appena il reportage viene pubblicato, prima a puntate sul «New Yorker» nel 1965 e in volume l'anno successivo, Truman Capote diventa una vera celebrità e le vendite si impennano, così come gli inviti ai party più esclusivi e ai salotti televisivi.
Tra i giornalisti c'è il detto: “Se scorre il sangue, si vende”. E questo perché le storie che interessano di più la gente sono quelle che finiscono male, questa la morale. La curiosità, la fascinazione, verso ciò che è violento coinvolge un po' tutti, perché tanto è il sollievo per non essere noi i protagonisti della tragedia. Quando si parla di Stephen King, basta il suo nome ad assicurare ore di lettura intensa ed emozionante.
Se scorre il sangue (Sperling & Kupfer, 2020) è una raccolta di quattro racconti, tre sono indipendenti, uno è il continuo di Outsider, dove ritroviamo il personaggio di Holly, alle prese con una nuova creatura capace di mutare la sua fisionomia. La scrittura di King conquista ed avvince alla storia. La sua capacità di trasformare l'ordinario in un qualcosa che travalica ogni legge razionale è superba e anche in quest'opera la magia si rinnova. Se scorre il sangue non è da perdere per gli amanti del brivido, una nuova opera che vi darà emozioni intense.
Il sangue nella tradizione cristiana, come in quella letteraria, è sempre un dono, ciò che ammalia, ciò che ci cambia.
A cura dello Staff della Biblioteca Fonte Mazzola di Peccioli
CONSIGLI DI LETTURA
Perché proprio il giallo a Fonte Mazzola?
Tutto è iniziato nel 2016 con Parole Guardate, il nostro Festival del giallo. Un progetto di contaminazione tra teatro, letteratura e scrittura, per adulti e bambini.
La particolarità del progetto Parole Guardate è stata quella di incentrare le sue attività e gli eventi sulle opere di un unico scrittore: negli anni sono stati protagonisti grandi e prolifici autori come Maurizio de Giovanni, Romano De Marco, Marilù Oliva, Giampaolo Simi, Piergiorgio Pulixi, penne che hanno riscosso molto successo e affetto da parte del pubblico.
La Biblioteca Comunale e Archivio Fonte Mazzola, con i suoi 400 metri quadri di ampiezza e una collocazione spettacolare sul limitare della campagna pecciolese, è stata inaugurata il 26 gennaio 2019. Qui puoi trovare una sezione dedicata al giallo italiano e straniero (americano, inglese, nord-europeo, francese…) e un patrimonio librario composto da ottomila volumi, la preziosa collezione del prof. Arnaldo Nesti, consistente in altri novemila volumi e la donazione del Prof. De Santi, composta da altri mille libri, rari e di pregio, monografici sul cinema.
Tutti gli spazi sono utilizzabili in assenza dell’operatore bibliotecario ogni giorno dalle h. 8 alle 24 (compresi la domenica e i giorni festivi), tramite un codice personale di accesso. L’iniziativa, unica sul territorio della Valdera, è il fiore all’occhiello della nostra Biblioteca e permette a numerosi studenti e utenti di frequentare in libertà, ma con assoluto rispetto, le sale a disposizione.
Qui troverai una Biblioteca dei Ragazzi con un’ampia varietà di letture dedicate in una luminosa sala, rivolta verso l’Anfiteatro Fonte Mazzola; lo Speaker’s corner, l’angolino del parlato, la nuovissima attività proposta agli utenti dai 6-14 anni in cui un nostro operatore esperto sarà a disposizione per conversare in lingua inglese. Per la fascia di età 8-12 sarà organizzato un circolo di piccoli lettori, dal titolo Dieci piccoli detective: incontri mensili dedicati alla lettura e dinamiche dei romanzi gialli.
Tante le attività della Biblioteca gli incontri del Circolo dei Lettori, il corso di scrittura dal titolo: Storia a tinte gialle, un rinnovamento del Progetto Parole Guardate che si è incentrato sul giallo storico, in dieci appuntamenti che si sono tenuti a novembre. Dei benefits sono dedicati ai nostri studenti e ai nuovi iscritti: ad esempio, chi è in possesso del codice di ingresso della Biblioteca può partecipare a Studiare senza stress, tre incontri dedicati al potenziamento della memoria e il miglioramento dei metodi di studio, tenuti dal docente Stefano Intini.
Per celebrare l’importanza della lettura come conoscenza e crescita personale, abbiamo avviato Librarsi, un’iniziativa condotta dalla psicologa e psicoterapeuta Rachele Bindi, legata alla Libroterapia, un metodo che parte dalla lettura, per promuovere il benessere psicologico e la crescita personale di ciascuno. Presso la Biblioteca Comunale di Peccioli i lettori hanno avuto a disposizione dal mese di maggio scorso una scatola dove poter inserire i titoli dei libri che hanno rivestito un particolare ruolo di formazione durante la loro vita. I suggerimenti così raccolti stanno per essere elaborati e restituiti in chiave libroterapica dalla psicologa Rachele Bindi nei prossimi incontri.
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