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Cronaca mercoledì 20 settembre 2017 ore 20:27

Nigeria-Libia-Italia, dal barcone alla schiavitù

Arrestati fra Perugia, Prato, Treviso e Castelvenere otto nigeriani che avevano organizzato una tratta di ragazze da far prostituire sulle strade



PERUGIA — Dalla Nigeria ai campi profughi della Libia alle coste dell'Italia, attraversando il Mediterraneo sui barconi fatiscenti degli scafisti: erano queste le tappe del viaggio compiuto dalle donne nigeriane ridotte in schiavitù da una banda di otto connazionali arrestati dalla Polizia di Perugia.

Per raggiungere la nostra penisola le ragazze si indebitavano con i loro aguzzini per migliaia di euro. Poi erano costrette a prostituirsi per poterli ripagare.

Gli otto membri dell'organizzazione sono stati arrestati fra il capoluogo umbro, Prato, Treviso e Castelvenere, in provincia di Benevento. A loro carico le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, all'immigrazione clandestina e allo sfruttamento della prostituzione, nonchè rapina ed estorsione ai danni delle giovani africane. 

Le indagini sono iniziate nel 2016 dopo la denuncia di giovane immigrata che ha ricostruito i suoi drammatici spostamenti dalla Nigeria all'Italia, i maltrattamenti, i debiti accumulati durante il viaggio, l'obbligo di vendersi per strada. I malviventi l'hanno costretta anche ad abortire.


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