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Attualità martedì 10 gennaio 2023 ore 13:00

Piante aliene, droni in volo sul paesaggio toscano

Nelle valli fluviali e lacustri, dall'Arno a Massaciuccoli, a caccia di piante originarie del Giappone e del Nord America che minacciano l'ecosistema



PISA — Cresce la preoccupazione per le piante aliene che minacciano l'ecosistema Mediterraneo e non risparmiano la Toscana ed il suo paesaggio scavato dai corsi d'acqua e costellato di laghi e parchi naturalistici.

Dopo l'allarme dell'Associazione nazionale dei consorzi di bonifica per le sponde dell'Alto Valdarno è stata l'Università di Pisa ad annunciare uno studio che utilizza i droni per il sorvolo del parco di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli.

L'Università di Pisa è alla ricerca della Yucca gloriosa, una pianta originaria del Nord America. Secondo quanto emerso in uno studio sperimentale del dipartimento di biologia, appena pubblicato sulla rivista Regional Studies in Marine Science, i droni, sono lo strumento ideale per monitorare la presenza di questa pianta nell'area protetta che ospita uno dei sistemi dunali costieri meglio conservati del litorale italiano. 

“Abbiamo usato il drone per quantificare la presenza di Yucca gloriosa nella Riserva della Bufalina - spiega la Daniela Ciccarelli docente del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa – con i tradizionali metodi di campionamento a terra ci vogliono molto più tempo, persone e soldi. Grazie ai droni invece possiamo scattare immagini ad alta risoluzione con un livello di precisione sotto il centimetro che poi analizziamo con dei software molto semplici, un passo avanti notevole anche rispetto alle ricognizioni aeree dove il livello di dettaglio delle immagini va dai 50 cm al metro”.

"Il drone  - spiegano dall'università di Pisa - si è rivelato uno strumento ideale anche per le caratteristiche morfologiche di Yucca gloriosa, soprattutto a livello fogliare, che la rendono particolarmente riconoscibile. La vegetazione delle dune costiere è infatti un mosaico di diverse comunità vegetali difficile da identificare e valutare. La sperimentazione ha previsto una decina di voli effettuati a un’altitudine di 35 metri sul livello del mare tra le 11 e le 13 di giorno, per ridurre al minimo le ombre. Da questo punto di vista è emerso che il periodo migliore per il monitoraggio è la primavera, quando i raggi delle radiazioni del sole sono più perpendicolari". “La lotta contro la Yucca del Parco è una lotta antica e a metà anni Duemila era stato attivato un progetto europeo per combatterla – dice Ciccarelli – Questa pianta, che ruba spazio al ginepro coccolone, la specie spontanea autoctona, ricresce anche da piccoli frammenti di rizoma, cioè di fusti sotterranei”. “La nostra ricognizione – ha concluso Ciccarelli - ha rivelato la presenza di circa 1800-2200 cespi di Yucca gloriosa corrispondenti a meno dell’1 per cento dell’area studiata, non molto apparentemente, anche se in realtà l’aspetto critico da tenere sotto controllo è la dimensione di questi agglomerati compito che i droni svolgono in maniera del tutto efficace”.

La ricerca pubblicata è partita da una tesi di laurea triennale di Elena Cini attualmente studentessa magistrale in tesi con la professoressa Ciccarelli. Oltre all’Ateneo pisano i partner coinvolti sono gli istituti di Fisiologia Clinica, di Bioeconomia e di Scienze Marine del Cnr e l’Universidad del Atlántico della Colombia.

Nei giorni scorsi l'allarme di Anbi ha riguardato la presenza lungo l'Arno e in vari alvei della specie aliena invasiva poligono del Giappone.

Il poligono del Giappone, nome comune della Reynoutria japonica, ha infatti fatto la sua comparsa nel fiume Arno a Subbiano ed in Casentino, diffondendosi in altri alvei delle province di Arezzo e di Firenze.

"Per ora si tratta di nuclei limitati - ha spiegato Francesco Vincenzi, presidente Anbi - ma ad essere minacciato, in una stagione già idrologicamente difficile, sono l'equilibrio ecologico e la sicurezza idraulica di uno dei più importanti corsi d'acqua italiani".

I rinvenimenti più significativi sono in affluenti di destra dell'Arno: il torrente Resco, il torrente Faella, il borro di Cerberesi, il borro di Riofi delle Cave, il borro di Sant'Antonio, il borro Montemarciano, il torrente Ciuffenna, il borro del Tasso.

"Nell'Alto Valdarno la specie aliena ha ormai conquistato 25 chilometri di sponde, rese più instabili dalla presenza della pianta, che condiziona fortemente gli interventi di ordinaria manutenzione idraulica: aumentano infatti i tratti su cui gli sfalci vengono sospesi e rimandati alla fine della stagione vegetativa della pianta, prolungata dalle temperature anomale, per provare a contenerne la propagazione" ha detto Francesco Lisi, direttore generale del consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno.

Serena Stefani, presidente del consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno ha spiegato infine "Abbiamo realizzato e diffuso un vademecum per il riconoscimento ed il corretto contrasto al poligono del Giappone, regole ed attenzioni che dovrebbero essere applicate anche negli spazi privati".


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