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Attualità venerdì 08 aprile 2016 ore 16:04

I toscani danno la pagella alla sanità

Il MeS della Scuola superiore S.Anna di Pisa ha presentato i primi dati dell'ultima indagine sui servizi sanitari in Toscana



PISA — Nel 2015 il sistema sanitario toscano ha complessivamente tenuto  e in molti casi migliorato le proprie performance. 

A testimoniarlo sono, come ogni anno, i bersagli del MeS, il laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, presentati dal direttore del MeS Sabina Nuti all'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, al direttore generale dell'assessorato Monica Piovi e a tutte le direzioni delle aziende, riunite a Pisa nell'auditorium della Scuola Sant'Anna. 

Si tratta di risultati preliminari, relativi al 65 per cento degli indicatori complessivi utilizzati dal MeS per valutare la sanità toscana. I risultati definitivi ci saranno a fine maggio; a fine giugno il confronto con le altre regioni.

"I risultati presentati oggi dal MeS ci dicono che il sistema sanitario toscano regge e migliora le sue prestazioni - è il commento dell'assessore Stefania Saccardi - Questo metodo di misurazione ci aiuta a migliorare la nostra programmazione. Quello che ci interessa non sono le classifiche o le pagelle, ma piuttosto capire quali sono gli aspetti su cui possiamo ancora lavorare, per dare servizi sempre migliori ai cittadini".

Il sistema dei bersagli MeS

Quello dei bersagli è un sistema ormai collaudato. Da anni il MeS, per conto della Regione Toscana, valuta, sulla base di 300 indicatori, le performance delle aziende sanitarie toscane (e anche delle altre regioni), utilizzando appunto l'immagine del bersaglio. In base alle valutazioni fatte fino ad oggi, 8 aprile 2016, nel 64% dei casi è stato registrato un trend di miglioramento. Considerando che già negli anni passati le aziende avevano ottenuto ottimi risultati, questo dato assume ancora maggior valore. Per tutte le aziende la maggior parte degli obiettivi raggiunti stanno nelle zone centrali del bersaglio, quelle verdi e gialle, e solo pochissimi obiettivi sono collocati nelle fasce più esterne, arancio e rosso. E sono di gran lunga più numerosi gli indicatori per i quali è stato ottenuto un miglioramento rispetto a quelli che invece sono peggiorati. Quest'anno si registra anche una consistente riduzio ne della variabilità intraregionale, con risultati molto più omogenei tra le diverse aziende.

Alcuni risultati significativi del 2015

Il giudizio degli utenti sulla qualità dei servizi ospedalieri è positivo e in miglioramento: rispetto all'anno precedente, si passa da un 81,2% degli utenti che valuta positivamente l'assistenza ricevuta ad un 86,5%. In particolare l'organizzazione del servizio è quella che registra miglioramenti maggiori, passando da una percentuale di risposte positive dal 76% all'82%, ma anche la capacità di lavorare in squadra del personale sanitario migliora significativamente.

Dimissioni volontarie dei pazienti (ossia contro il parere dei medici). E' considerato un buon indicatore della qualità dei servizi ospedalieri, e dal 2012 mostra un trend di riduzione costante (dall'1% allo 0,75%). Registra invece una lieve ripresa rispetto al 2014 la percentuale di abbandoni dal Pronto soccorso (dal 2,5% al 2,7%). E in leggera risalita anche le riammissioni non pianificate entro 30 giorni dopo la dimissione: da 9,05% a 9,28%.

Tasso di ospedalizzazione. In calo dal 2012: ha raggiunto 93 ricoveri acuti per 1.000 residenti (nel 2012 erano 101). Anche se l'ospedalizzazione si riduce, si registrano ancora criticità in termini di equità: chi ha un basso titolo di studio infatti ha un rischio del 40% maggiore di chi ha un titolo di studio alto di effettuare un ricovero urgente.

Fratture del collo del femore operate entro 2 giorni. Anche questo è considerato un buon indicatore. Sono salite dal 45% del 2008 al 75% del 2015.

Tempi di attesa. Al Pronto soccorso registrano un leggero peggioramento. Sono intorno al 70% i pazienti in codice verde visitati entro 1 ora e giallo visitati entro 30 minuti. In miglioramento invece i tempi di attesa delle visite specialistiche e delle prestazioni diagnostiche.

Interventi chirurgici oncologici. Fondamentale in questo settore garantire la tempestività. Il tempo di attesa per intervento chirurgico del tumore è mediamente di 33 giorni per la mammella, 30 giorni utero e colon, 51 per la prostata, 40 per il retto, 26 per il polmone.

Attività fisica adattata (AFA). E' una delle azioni della sanità di iniziativa per prevenire e curare le patologie croniche e ottiene ottimi risultati. Nel 2015 sono stati attivati 1,93 corsi per 1.000 abitanti oltre i 65 anni (bassa disabilità), a confronto con il 2014, in cui il numero era pari a 1,82. In crescita anche le iniziative sportive a favore degli ultra65enni con alta disabilità.

"Questi primi risultati - commenta il direttore del MeS Sabina Nuti - presentano un quadro confortante, anche se sarà necessario ancora almeno un mese per completare l'elaborazione dei dati mancanti e la verifica di quanto già calcolato. Infine a giugno potremo anche verificare i risultati a confronto con le altre regioni italiane che con la Toscana condividono il sistema di valutazione".



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