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Attualità giovedì 02 gennaio 2025 ore 11:51

Togliere il tumore preservando il fegato, la Toscana fa scuola

Il dottor Urbani con l'équipe in sala operatoria
Il dottor Urbani con l'équipe in sala operatoria
Foto di: ao-pisa.toscana.it

La tecnica di chirurgia epatica con risparmio d'organo per trattare il colangiocarcinoma perilare è messa a punto all'ospedale di Cisanello a Pisa



PISA — Asportare il tumore ma preservando il fegato senza la necessità di farlo prima crescere, così che il paziente sia immediatamente operabile: in Toscana si può, al punto che l'azienda ospedaliero universitaria pisana di Cisanello ha fatto scuola nel congresso mondiale svoltosi lo scorso Dicembre a Milano, il “1st World Consensus and Guidelines Meeting on Perihilar Cholangiocarcinoma, Improving oncosurgical outcomes through scientific evidence”.

E' lì che Chiara Croce ha presentato i risultati ottenuti nel trattamento del colangiocarcinoma perilare dall'équipe diretta da Lucio Urbani nella Sezione dipartimentale di Chirurgia epatica del risparmio d’organo dell’Aoup. Nella struttura vengono infatti messe a punto, in casi selezionati, delle tecniche chirurgiche di risparmio d’organo estremamente complesse ma tali da preservare il fegato senza la necessità di farlo crescere prima dell’intervento di asportazione del colangiocarcinoma. In questo modo il paziente è subito operabile.

"Si tratta di un'innovazione rispetto al trattamento standardizzato del colangiocarcinoma perilare, che solitamente prevede interventi complessi di asportazione di ampi volumi di fegato - spiega l'Aopu in una nota - da cui conseguono la necessità di far crescere il fegato residuo con tecniche radiologiche interventistiche (come l’embolizzazione portale) e il rischio che, nell’attesa, la malattia progredisca chiudendo definitivamente le vie biliari, obbligando al posizionamento di drenaggi e esponendo il paziente a ulteriori rischi di infezioni".

Invece: "Con la chirurgia del risparmio d’organo, finora utilizzata nel trattamento delle metastasi epatiche, tutto questo si evita e si riducono i tempi di attesa dell’intervento di asportazione del tumore. La presentazione è stata quindi un’occasione di confronto scientifico da cui è emerso apprezzamento per l’unicità dell’approccio eseguito in Aoup, a testimonianza della peculiarità dell’offerta terapeutica per una patologia così complessa".


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