Padri eroi e figli indigeni
di - mercoledì 26 gennaio 2022 ore 07:30
Il livornese Costanzo Ciano eroe della prima guerra Mondiale (medaglia d'oro al valor militare), distrutto mentalmente dalla disfatta di Caporetto, organizza insieme a Gabriele D'annunzio la sua vendetta. Con un minuscolo Mas (Motoscafo armato silurante) insieme al divin poeta l'11 febbraio del 1918 riesce ad entrare nella baia di Buccari (Croazia) affondando due navi della regia marina austriaca, impresa poi nota come la Beffa di Buccari.
Fu il preludio di tanti trionfi della marina italiana contro lo strapotere delle flotte austriache: memorabile l'affondamento dal parte del Capitano Rizzo col suo Mas della corazzata austriaca Santo Stefano: famosa la sua frase dopo l'evento ”torniamo alla base scarichi di siluri ma carichi di Gloria”.
Ancora più folgorante la carriera del figlio di Costanzo, Galeazzo.
Questo furbissimo ragazzo nel 30 sposa la figlia di Mussolini Edda ed inizia come ministro degli esteri una fulminante carriera .Era il periodo in cui i tedeschi erano abbagliati dalla ideologia fascista tanto che Hermann Goring, il vice di Hitler e capo della Luftewaffe battezza sua figlia con il nome Edda, Edda Goring.
L'enfasi tedesca per Galeazzo terminò l' 11 gennaio del 44 allorché fu fucilato per tradimento, nonostante le implorazioni a Mussolini della moglie Edda.Oltre che di tradimento tempo prima Galeazzo era stato accusato dal Re Vittorio Emanuele III di corruzione.
Fortunatamente il vecchio Costanzo, uomo integerrimo, non assistette a tutto questo; egli infatti già dal 30 si era ritirato a vita privata nella sua Livorno iniziando un volontariato per aiutare i più poveri; ad aiutarlo c'era la Robin Hood labronica, la Bruna Barbieri detta la Ciucia, soggetto folkloristico del quartiere Venezia in Livorno, eroina dal cuore immenso.
Grazie a lei Costanzo venne i contatto con gli Scarronzoni, portuali livornesi campioni Toscani di canottaggio; egli prese sotto la sua ala questi ragazzi insegnando loro tecniche sportive e nutrizionali che li portarono a vincere la medaglia d'argento nel 32 a Los Angeles e nel 36 a Berlino.
Vista la mancanza di cibi pregiati in quel terribile periodo egli' insegnò loro a trarre energia dai cibi poveri: zuppe di trote, cozze, triglie, gattucci, pane raffermo, secondo quanto aveva imparato sugli scogli della Croazia.
Morì nel 39 in Lucchesia ove da poco si era trasferito per respirare aria buona ,utile per i suoi polmoni offesi dai gas asfissianti della prima guerra mondiale.