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Attualità martedì 05 settembre 2017 ore 12:15

Un'eccellenza pisana, all'estero con rammarico

Il professor Bernardino Ghetti

Bernardino Ghetti, classe 1941, laureatosi a Pisa, sta ora conducendo importanti ricerche contro l'Alzheimer negli Stati Uniti. Ma Pisa gli manca



PISA — Una vita spesa al servizio della ricerca, quella del pisano Bernardino Ghetti, con riconoscimenti e scoperte che hanno avuto apprezzamenti internazionale. Ultimo, in ordine di tempo, uno studio appena pubblicato su Nature sul ruolo della proteina Tau che apre la strada allo sviluppo di nuovi farmaci per la cura dell’Alzheimer.

Nato a Pisa nel 1941, Bernardino Ghetti vive adesso negli stati Uniti dove è professore all’Indiana University e ha fondato l’Indiana Alzheimer Disease Center. Del periodo di formazione pisana rammenta prima il diploma al liceo classico Galileo Galilei poi nel 1966 la laurea alla Facoltà di Medicina e Chirurgia come allievo del professor Pietro Sarteschi, primo cattedratico italiano di Psichiatria e padre della Scuola pisana di Psichiatria, e quindi nel 1969, sempre all’Università di Pisa, il conseguimento della specializzazione in Malattie nervose e mentali. Ghetti ricorda: “La Scuola medica dell’Università di Pisa? Una delle più prestigiose d’Italia”.

“Gli anni di studio a Pisa hanno plasmato le fondamenta della mia cultura medica - ha raccontato - e mi hanno dato l’ispirazione allo studio delle malattie neuropsichiatriche. Le lezioni di neuroanatomia di Lorenzo Pera, di neurofisiologia di Giuseppe Moruzzi, di neuropsichiatria di Pietro Sarteschi sono scolpite nella memoria e hanno lasciato un’impronta indelebile nella mia formazione. La preparazione della tesi in neurofarmacologia sperimentale con la guida di Giovanni Cassano mi fece capire il significato interiore della mia vocazione per la ricerca”.

“Con rammarico penso ai maestri e amici che ho lasciato, quando ancora speravo che sarei potuto tornare - continua il professore -. Il peso della separazione dalla famiglia dell’Ateneo pisano e dalla mia famiglia sono state ripagate dalla effimera gioia data dallo scoprire malattie sconosciute del cervello umano”.

“Durante i 47 anni dalla mia partenza da Pisa - conclude Ghetti - sono spesso tornato, rimanendo in contatto con i miei maestri e con colleghi, che, a loro volta, sono divenuti maestri per una nuova generazione. Ho avuto il privilegio di essere accolto per lezioni, seminari, e discussioni scientifiche con colleghi vecchi e nuovi. In questo modo, ho, in parte, potuto appagare il desiderio di esprimere la mia gratitudine all’Alma Mater, condividendo con studenti e studiosi pisani ciò che ho appreso, lavorando e studiando al di là dell’oceano”.


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