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Cronaca sabato 17 febbraio 2018 ore 17:30

Spari al Cep, ancora tanti aspetti da chiarire

Gli inquirenti hanno invitato a nuove visite i feriti e ancora cercano le pistole usate da Iacono, la sua moto e chi l'avrebbe aiutato



PISA — Mentre Patrizio Giovanni Iacono resta in silenzio in carcere, le indagini vanno avanti. Innanzitutto, si cerca di capire se il 9 febbraio le intenzioni del 21enne siano state quelle di uccidere quando, prima con una scacciacani e poi con una pistola di piccolo calibro, ha fatto fuoco contro gli avventori di un bar del Cep, ferendone tre. Sparò loro, lo ricordiamo, perché lo avevano rimproverato per la sua guida spericolata con la moto nel quartiere.

Per capire se davvero abbia avuto intenzioni omicide, ieri mattina tutti e tre i feriti sono stati sottoposti ad un'accurata visita in medicina legale. "Da non sottovalutare - tenne a sottolineare il procuratore di Pisa Alessandro Crini, dopo la cattura di Iacono - il fatto che nessun proiettile ha colpito lo scooter parcheggiato fra lui e gli avventori del bar, segno che ha fatto fuoco ad altezza d'uomo".

Ma gli aspetti da chiarire sono ancora tanti. Nonostante la cattura di Iacono, trovato nella serata di quello stesso giorno rimpiattato sotto a un camper vicino casa sua, ancora non si trovano le pistole usate e la sua moto. Moto che, come hanno confermato numerosi testimoni, fu fatta sparire da un amico del giovane fra la prima e la seconda sparatoria. 

Le indagini si concentrerebbero ora proprio su questo amico, che però non è stato ancora identificato. Il sospetto, che se confermato lo trasformerebbe in complice, è che possa aver agevolato Ia fuga di Iacono dopo la sparatoria e che, ancora oggi, nasconda moto e pistole.

Infine, resta da capire come il giovane, pur essendo agli arresti domiciliari, sia riuscito a mettere insieme un arsenale di pistole e fucili, questi ultimi rinvenuti in un garage nella sua disponibilità.


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