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domenica 10 novembre 2024

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Roan Johnson, Prove di felicità a Roma Est

di - giovedì 26 settembre 2024 ore 08:00

Confesso che comprai questo libro, dopo aver letto la quarta di copertina che ripropongo qui sotto; una delle più intriganti e indovinate che abbia mai incontrato.

Quarta di copertina

Uno scanzonato romanzo sul più grande talento della giovinezza: quello di sbagliare all’infinito.

«E’ che lo sfigato è sfigato per natura. Magari perché è grasso, timido, balbuziente. Io ero sfigato per convinzione. Era accaduto per eccesso di sensibilità, avrebbe detto mia mamma. Ero stato fregato, avrei detto io».

Ironica, ruvida, sincera: è la voce di Lorenzo Baldacci, arrivato a Roma per svoltare e incagliato invece in una folla di personaggi esilaranti. E in Samia, la ragazza che attira gli sguardi di tutti, e per tutti resta un inaccessibile mistero. Quella che risplende per una breve, fulminea stagione. Con sguardo aspro e comico, di giovanissimo provinciale toscano approdato nella capitale, Lorenzo Baldacci racconta una Roma marginale, vitalissima e mai così vera. Pony – pizza, badanti, professori in pensione, professori sfruttati, truffe, subaffitti, periferie e campi rom. Una voce fresca e originale, un irriverente romanzo di formazione che è anche la più classica e struggente delle storie d’amore.

Ora, qualcuno dirà: che c’entra Roan Johnson con i narratori toscani? Visto che nel mio blog racconto solo narratori toscani.

La domanda è legittima, ma Roan Johnson, come è scritto nel risvolto della quarta di copertina, è italiano, anche se non sembra. Nato da madre materana e padre londinese, è cresciuto a Pisa dove ha vissuto a lungo, prima di trasferirsi a Roma.

Prove di felicità a Roma est è il suo primo romanzo. E’ un romanzo che mi ha ricordato nella trama, nel linguaggio e nella descrizione di ambienti e personaggi, John Fante.

Qui si racconta la storia di Lorenzo Baldacci, un ventenne di provincia che da Pomarance, luogo natio, si trasferisce a Roma

per prendere il diploma in un Liceo “calcio in culo”, uno di quelli privati in cui paghi e sei promosso. Va a vivere nella casa di un vecchio professore in pensione Beppe Garzoli che gli impartisce ripetizioni private in varie materie.

Ben presto, però, stanco della routine casa – scuola, si trova un lavoretto come pony – pizza grazie all’aiuto di Marchino, il suo migliore amico, nonché compagno di classe. Decide anche di andare a vivere per conto suo e trova una stanza in un appartamento condiviso con altri due ragazzi.

La mia stanza era tre metri per tre, un materasso steso a terra in un angolo. C’era un solo armadio Ikea per mettere i vestiti e una libreria piena di guide turistiche di diversi paesi, usate e scarabocchiate. C’era una sola finestra che dava sul cortile, come era chiamato negli annunci condominiali attaccati al portone d’entrata. In realtà era l’interno cavo del palazzo, il suo intestino di cemento e tubi.

Dopo un periodo di iniziale e comprensibile straniamento, Lorenzo è attratto da Samia che lavora in pizzeria come cameriera ai tavoli ed è la ragazza di Marchino. E’ una sorta di coup de foudre quello che scatta tra i due e che ben presto si trasformerà in una vera e propria tresca alle spalle di Marchino. Ma niente può fermare lo tsunami erotico che si è scatenato tra Lorenzo e la bella ragazza marocchina, femme fatale di questa storia, come vedremo in seguito.

Facevamo l’amore anche quattro volte di fila. Dopo le prime iniziali mosse di avvicinamento, e studi e slanci abbozzati, adesso sì che ci davamo dentro. Neanche quando mi si era rivelato il mistero delle seghe mi devastavo così. Mi strizzava i capezzoli, mi tirava i capelli, era sempre lei che si voleva mettere il pisello dentro. Lo afferrava e se lo infilava, e io protestavo.

  • - Oh, il pisello è mio …
  • - Eh, ma mica è tanta roba!

Beh … qui si respirano atmosfere alla Bukowski. Ma per Lorenzo, a differenza del mitico Henry Chinaski, la storia che all’inizio sembrava essere di solo sesso, diventerà gradualmente una vera e propria ossessione che lo porterà a scontrarsi con Marchino e successivamente con Vischio, un altro pony - pizza a cui la bella Samia concederà, alle spalle di Lorenzo, le sue grazie, scatenando l’ira funesta del suo amante che non si rassegna all’idea di doverla condividere con Marchino e Vischio.

Sullo sfondo di questa tormentata e avvincente storia d’amore, di cui non vi anticipo altro, l’autore descrive il luogo in cui si svolge l’azione, che poi è il quartiere del Tuscolano:

Studiavo con attenzione i ragazzetti della Tuscolana che sembrano dei circensi: indossano caschi inesistenti, una chierica di plastica appoggiata alla capoccia, con i lacci penzoloni. Scheggiano gli angoli degli edifici con scooter minuscoli che sotto avranno dei duecento di cilindrata, mentre si portano dietro delle pischellette esili aggrappate ai portapacchi.

L’ironia è indubbiamente la cifra stilistica che più caratterizza lo stile di Roan Johnson che mette in scena in questo romanzo picaresco e di formazione una galleria di personaggi con particolari tipologie: la bontà e ingenuità di Marco, la furbizia e l’opportunismo di Vischio e allo stesso tempo la forza seduttiva di Samia, personaggio femminile complesso e affascinante che sa gestire gli uomini che la circondano, apprezzandone il valore, ma allo stesso tempo è ben determinata a mantenere la sua libertà ed è pronta a pagare ogni prezzo pur di affermare la propria emancipazione.

Ha scritto, a questo proposito Angelo Gasparini:

“ Roan Johnson ha saputo creare una figura femminile all’altezza delle più indelebili eroine di Cassola, creando una sorta di Mirandolina oriunda dei giorni nostri” (Rivista internazionale di Lingua e Letteratura).

Nelle descrizioni del Tuscolano e nell’attenzione alle classi più basse, viene fatto di pensare a Pasolini; a questo proposito cito sempre Gasparini che scrive:

“ Se è vero che l’attenzione alle classi più basse fa pensare a Pasolini e il protagonista Lorenzo Baldacci al mitico Baldini di Chiedi alla polvere, le ossessive indagini svolte da Lorenzo nei confronti di Samia richiamano, in più di un frangente, quelle fatte dal protagonista de La noia verso la bellissima e sfuggente Cecilia. (…) Prove di elicità a Roma est è un romanzo agrodolce in cui nulla è scontato e, come la vita, scorre a seconda delle stagioni che lo animano, come un mare calmo o come un fiume in piena. In quest’opera, assistiamo a una parabola narrativa lineare e fluida: lo scrittore utilizza una lingua colloquiale mai scabra, contaminata dal gergo giovanile e dal romanesco, soprattutto nei dialoghi; anche questo appare un rimando a Pasolini e, per certi versi, a Carlo Emilio Gadda. I dialoghi, in particolare, sono la vera marcia in più del romanzo: fluenti, caldi e genuini come i personaggi di cui incarnano le voci, personaggi che ti sembra quasi di sentire e di spiare da pochi passi mentre leggi.”

Poi … poi succede che Lorenzo sosterrà l’esame insieme a Marco e se la caverà, ma l’ossessione per Samia, anche quando la storia è finita da tempo continuerà a perseguitarlo:

Mi sono svegliato quando era ancora buio: il sogno aveva coperto tutto come carta da parati e Samia mi stava là accanto e mi baciava e mi stropicciava con le mani (…) Ho capito che erano mesi che quel sogno mi si ripeteva in testa tutte le notti, si rincorreva una sera dopo l’altra, uguale e contorto. Mi si era incantato il cervello, come una nota di un cd graffiato: ogni notte la sognavo e ogni mattina me ne scordavo.

L’autore:

Roan Johnson, scrittore e regista di madre italiana e padre londinese ha diretto nel 2011 il suo primo lungometraggio “I primi della lista” con protagonista Claudio Santamaria. Nel 2014 esce il suo film “Fino a qui tutto bene” nel 2016 è in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia con il film “Piuma”, storia di due ragazzi alle prese con una gravidanza inaspettata. Ha curato la regia de “I delitti del bar Lume”, la serie televisiva tratta dai romanzi di Marco Malvaldi.