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Cronaca giovedì 11 settembre 2025 ore 13:50

Frode con 103 lavoratori sfruttati, 2 milioni di Iva evasa

guardia di finanza

L'inchiesta della Finanza ha coinvolto 17 aziende di facchinaggio e ristorazione per fittizi contratti d'appalto di manodopera. Gli indagati sono 14



PISTOIA — E' di 14 indagati e 17 aziende coinvolte, oltre al sequestro per equivalente di 1.998.240,16 euro e impeditivo dei beni aziendali e delle quote societarie il bilancio di un'indagine della guardia di finanza di Pistoia che nei giorni scorsi ha eseguito misure cautelari personali e reali. 

Le ditte sono tutte operanti nel settore della grande distribuzione organizzata del facchinaggio e della ristorazione, attive su tutto il territorio nazionale. Fra queste, alcune attività di ristorazione attive a Firenze e nella Piana Fiorentina e sul litorale livornese.

Nei confronti dei due principali indagati sono state eseguite anche un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari e una di obbligo di dimora nel comune di residenza con presentazione alla polizia giudiziaria.

La ricostruzione delle indagini

La ricostruzione delle indagini

L'indagine ha fatto emergere quello che i finanzieri in una nota definiscono "un articolato sistema di frode" messo in piedi da un gruppo riferibile a due amministratori di fatto toscani. Uno di loro è risultato pregiudicato per diversi reati di natura fallimentare e tributaria, interdetto dall’esercizio di attività d’impresa.

In pratica, le società in questione si sarebbero avvalse di prestazioni illecite di manodopera, ottenute sottoscrivendo fittizi contratti di appalto con società cooperative di lavoratori che poi sarebbero stati impiegati dalle aziende come dipendenti propri.

La ricostruzione delle indagini

La ricostruzione delle indagini

Parte dei 103 lavoratori attenzionati, molti in stato di bisogno, sarebbero stati sfruttati con salari e contributi al ribasso rispetto agli standard del contratto collettivo nazionale: ore di straordinario oltre il massimo previsto, al mancato riconoscimento del riposo minimo giornaliero o alla mancata applicazione dei previsti scatti di anzianità.

In definitiva, per gli anni d’imposta dal 2019 al 2023, a fronte di fatture ricevute dalle cooperative per un imponibile complessivo di quasi 10,5 milioni di euro, le imprese coinvolte avrebbero evaso l’Iva per circa 2 milioni di euro.


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