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Cronaca lunedì 20 marzo 2023 ore 09:40

False badanti, tradito da 150 licenziamenti

Agli arresti domiciliari nell'ambito di una inchiesta su un falso giro di badanti ha richiesto il licenziamento di 150 persone ed il recupero crediti



PROVINCIA DI SIENA — Non avrebbe rinunciato al ruolo di amministratore della società provvedendo a chiedere il licenziamento di 150 persone ed il recupero crediti presso alcune famiglie, ma era agli arresti domiciliari con l'accusa di avere creato un hub dell’immigrazione clandestina legato ad un giro di badanti nel territorio senese e per questo motivo la misura cautelare è stata aggravata ed è stato trasferito in carcere.

I finanzieri di Montepulciano avrebbero rilevato che già all’indomani dell’esecuzione della misura cautelare e destituito dalla carica di amministratore, avrebbe richiesto il pagamento a quattro famiglie, mediante emissione di fatture per un totale di oltre 2.500 euro, del corrispettivo dell’attività lavorativa svolta dalle badanti in favore degli anziani congiunti ed avrebbe inviato una mail al commercialista della società chiedendo di procedere al licenziamento di oltre 150 unità lavorative già assunte e nel contempo ad assumerne una nuova.

L'uomo che per gli inquirenti sarebbe a capo dell’associazione a delinquere, non avrebbe dunque interrotto la sua attività lavorativa durante la permanenza ai domiciliari ed è per questo che i finanzieri hanno chiesto alla procura l’aggravamento della misura cautelare. Il GIP ha disposto la traduzione in carcere del al fine di inibirne definitivamente lo svolgimento delle attività.

L'operazione risale al 6 Marzo scorso, quando la procura ha individuato un presunto sodalizio dedito ad agevolare la permanenza di stranieri irregolari sul territorio dello Stato. L’intervento, condotto nelle province di Siena, Firenze, Arezzo, Mantova, L’Aquila e Viterbo aveva visto impiegati oltre 100 militari del Corpo della Guardia di Finanza e si era concluso, oltre che con l’esecuzione delle misure cautelari personali, anche con il sequestro delle quote societarie della società utilizzata per offrire prestazioni lavorative e la nomina di un amministratore giudiziario in grado di farne proseguire la gestione.

L’attività nel suo complesso avrebbe permesso di rinvenire e sottoporre a sequestro documentazione contabile ed extracontabile, somme contanti detenute in buste destinate al pagamento degli stipendi delle badanti impiegate in nero, telefoni cellulari, personal computer.

Le indagini proseguono e la procura, dovrà far luce, attraverso lo studio della documentazione e dei supporti informatici, sull’entità effettiva delle attività illecite poste in essere.


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