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Cultura mercoledì 04 gennaio 2023 ore 08:00

Isola di Palmaiola, una storia imprevista

È stato pubblicato online un libro con immagini, cartografie e documenti inediti a cura degli studiosi Ilaria Monti e Michelangelo Zecchini



RIO — Palmaiola, una storia imprevista, è questo l'argomento di un libro pubblicato online da Ilaria Monti e Michelangelo Zecchini.

Palmaiola è quel gioiello naturale la cui sagoma triangolare torreggiante non può fare a meno di ammirare chi, in mezzo al canale di Piombino, naviga da e verso l’Elba. 

Il fascino che emana ha fatto nascere leggende di fanciulle rapite da corsari turchi e di innamorati pronti a tutto per salvarle. Ma non era facile immaginare che quel piccolo scoglio nascondesse una storia vera, ricca e complessa.

La strada della ricerca storica fu tracciata quasi trent’anni fa da uno studio esemplare di Alfonso Preziosi il quale dimostrò, mediante la pubblicazione di un documento inedito, che Palmaiola era stata utilizzata come luogo di relegazione e di espiazione di pene.

Oggi le scoperte di molto materiale inedito, e la loro interpretazione, da parte di Ilaria Monti e Michelangelo Zecchini negli archivi di Firenze, Pisa, Piombino, Portoferraio e Vaticano, hanno permesso di capire che quel fazzoletto di terra ha avuto un ruolo storico non secondario -a partire almeno dal XIII fino al XX secolo- nelle vicende che hanno coinvolto le isole dell’Arcipelago e una buona parte della Toscana. 

Così è nato un libro, ora pubblicato online su Academia.edu, dal titolo “L’isola di Palmaiola nell’Arcipelago toscano. L’eremo, la torre e il faro”. Libro che descrive, per l’appunto, la vita eremitica medievale di quatto frati con il loro diacono; la costruzione in epoca tardorinascimentale di una torre di segnalazione e difesa contro le scorrerie turche, distrutta e ricostruita nel giro di pochi anni e poi riconvertita nel faro che ancora la caratterizza; la sua grande importanza tattico/strategica tale da attrarre l’attenzione prima Cosimo dei Medici e poi di Napoleone; il suo notevole interesse ambientale con la palma nana che le dà il nome e con altro; la vita trascorsa nel faro dagli ultimi fanalisti e dalle loro famiglie attraverso la testimonianza della dott.ssa Angela Galeazzi che, da giovane, nell’isola ci è vissuta davvero.

Chi volesse leggere il libro, di cui fanno parte essenziale immagini in gran parte inedite di documenti d’archivio, disegni, cartografie, foto antiche e moderne, può scaricarlo a questo link.


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