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Politica martedì 02 agosto 2022 ore 19:15

Elezioni 2022, accordo fra Pd, Azione e +Europa

Benedetto Della Vedova, Enrico Letta e Carlo Calenda
Benedetto della Vedova, Enrico Letta e Carlo Calenda - Foto Partito Democratico da Facebook

Dopo una trattativa sofferta è arrivata l'intesa: 70% dei collegi uninominali al Pd e 30% ad Azione +Europa. Nessun leader candidato nel maggioritario



ROMA — Dopo una tormentata gestazione, il segretario del Pd Enrico Letta, il leader di Azione Carlo Calenda e il segretario di + Europa Benedetto Della Vedova hanno raggiunto un accordo per presentarsi in coalizione alle prossime elezioni politiche del 25 Settembre.   Una condizione considerata necessaria per fronteggiare la coalizione del centrodestra formata da Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega, e data finora in vantaggio dai sondaggi anche sulla base della legge elettorale in vigore, che premia le alleanze fra forze politiche.

Questi i punti principali dell'accordo Fra Pd, Azione e +Europa.

- La totalità dei candidati nei collegi uninominali della coalizione verrà suddivisa tra Democratici e Progressisti e Azione +Europa con queste percentuali: 70% al Partito Democratico e 30% +Europa-Azione, scomputando dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell'alleanza elettorale.

- Nessun leader o segretario di partito della coalizione sarà candidato nei collegi dove si vota col sistema maggioritario (in pratica dove la legge elettorale prevede che tutti i partiti della coalizione debbano sostenere un unico candidato).

- Sul pronte del programma, la cosiddetta agenda Draghi è il filo conduttore: oltre ai capisaldi relativi all'Europa, alla politica estera e al sostegno all'Ucraina nella guerra contro la Russia, è prevista la "realizzazione di impianti di rigassificazione nel quadro di una strategia nazionale di transizione ecologica virtuosa e sostenibile" per fronteggiare l'emergenza gas. 

Non solo. Nell'accordo si legge che "le parti condividono e si riconoscono nel metodo e nell'azione del governo guidato da Mario Draghi. I partiti che hanno causato la sua caduta si sono assunti una grave responsabilità dinanzi al Paese e all'Europa". 

Le parti s'impegnano anche a "contrastare le disuguaglianze e i costi della crisi susalari e pensioni, convenendo di realizzare il salario minimo nel quadro della direttiva Ue e una riduzione consistente del cuneo fiscale a tutela dei lavoratori.

Sul fronte delle riforme, viene ritenuto indispensabile "realizzare integralmente il Pnnr nel rispetto del cronoprogramma convenuto con l'Unione europea", non aumentare il "carico fiscale complessivo", la revisione del reddito di cittadinanza e del Bonus edilizio del 110%. Nel comunicato diffuso dal Pd si legge anche che verrà data assoluta priorità all'approvazione delle leggi in materia di diritti civili e Ius scholae.

Pd, Azione e +Europa si sono impegnati anche a non candidare personalità che possano risultare divisive per i rispettivi elettorati nei collegi uninominali, per aumentare le possibilità di vittoria dell'alleanza". Nello specifico: ex parlamentari del M5S ed ex parlamentari di Forza Italia usciti nell'ultima legislatura (qualche nome? Luigi Di Maio, Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini). 

A fine conferenza stampa Letta ha specificato che l'accordo sottoscritto con Azione e + Europa non altera i rapporti con gli altri alleati della coalizione."Come Pd abbiamo e continueremo la discussione sia programmatica, sia per la campagna elettorale, con altre liste con cui abbiamo un rapporto fondamentale. Discuteremo con le altre liste fuori dalla discussione bilaterale che abbiamo qui fra noi".

"I nostri punti sono stati tutti recepiti - ha commentato Carlo Calenda sui social - Accordo nettissimo su agenda Draghi - da no tasse e revisione del reddito di cittadinanza a rigassficatori - sia sul punto che neanche un nostro voto vada a ex 5S o Fratoianni. Ognuno ha la leadership della sua area ma valori comuni. È un ottimo accordo. Fine. Per essere chiari se propongo un accordo e viene accettato, firmo quell'accordo. Non ho negoziato per rompere e Letta si è comportato correttamente".


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