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Attualità sabato 05 novembre 2022 ore 07:30

Dal governo 32 miliardi contro il caro energia

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Le risorse sono individuate e quantificate nella Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza approvata dal Consiglio dei ministri



ROMA — Uno scostamento di bilancio con obiettivi programmatici di 4,5 punti percentuali nel 2023 che poi rientrano fino a 3 punti nel 2025 e un tesoretto che ne deriva con liberazione di risorse per 9,1 miliardi nel 2022, 21 miliardi nel 2023 e 2,4 miliardi nel 2024 per un totale di oltre 32 miliardi da riversare interamente su "urgenti e necessari interventi per contrastare gli aumenti energetici": è la determinazione del governo guidato da Giorgia Meloni, cristallizzato nella Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef) approvata ieri sera dal Consiglio dei ministri.

La Nadef è in buona sostanza la cornice entro cui si svilupperà la legge di bilancio, dunque la declinazione delle misure di contrasto al caro energia è ancora allo studio. Il tesoretto però c'è. La Nadef approvata rivede e integra quella deliberata lo scorso 28 Settembre, aggiornando le previsioni macroeconomiche e tendenziali di finanza pubblica ed elaborando anche lo scenario programmatico per il triennio 2023-2025.

La politica economica che il governo ha adottato si basa sull’esigenza di rispondere all’impennata dell’inflazione e all’impatto del caro energia sui bilanci delle famiglie, specialmente quelle più fragili, e di garantire la sopravvivenza e la competitività delle imprese italiane nel contesto europeo e a livello globale, anche in considerazione dei corposi interventi recentemente annunciati da altri Paesi membri dell’Unione europea e extra europei. 

Non solo, perché tra gli intenti dichiarati e messi nero su bianco nella nota rilasciata a margine del Consiglio dei ministri figura anche il "forte impegno" per "l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), da cui dipendono ingenti investimenti per rilanciare la crescita sostenibile dell’economia italiana".

I contenuti della Nadef

Come specificato nella Nadef, recita il comunicato diffuso al termine del Consiglio dei ministri, l’entità della manovra netta 2023 viene stimata pari a circa 21 miliardi e sarà destinata interamente al contrasto al caro energia.

La previsione di crescita del Pil nello scenario tendenziale a legislazione vigente è stata rivista al rialzo per il 2022, da 3,3% a 3,7%, mentre quella per il 2023 è stata ridotta dallo 0,6% allo 0,3%. Le previsioni per i due anni successivi sono invece rimaste invariate, all’1,8% e all’1,5%.

Le nuove stime del deficit tendenziale confermano quelle della Nadef di Settembre relativamente al 2022 e al 2023, in cui l’indebitamento netto è previsto pari, rispettivamente, al 5,1% del Pil e al 3,4% del Pil. Vengono invece riviste lievemente al rialzo le previsioni di deficit per il 2024, dal 3,5% al 3,6% del Pil, e per il 2025, dal 3,2% al 3,3%.

"Il lavoro di predisposizione della legge di bilancio - recita la nota del governo - procederà a ritmi sostenuti nei prossimi giorni, con l’obiettivo di consegnare al più presto al parlamento il disegno di legge di bilancio per il 2023".

Contestualmente, ancora, il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del presidente Giorgia Meloni e del ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, la relazione al parlamento da presentare alle camere ai fini dell’autorizzazione allo scostamento di bilancio. Con la relazione gli obiettivi programmatici sono fissati a 4,5 nel 2023, 3,7 nel 2013 e 3 nel 2025. Rispetto alla previsione tendenziale questo comporta un margine di risorse da utilizzare di 21 miliardi per il 2023 e di 2,4 miliardi per il 2024. La relazione dà conto dell’extra gettito di 9,1 miliardi per il 2022.

Attraverso le risorse aggiuntive che saranno rese disponibili con lo scostamento, il governo intende adottare misure che consentiranno di assicurare gli urgenti e necessari interventi per contrastare gli aumenti energetici.


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