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Attualità lunedì 24 ottobre 2022 ore 09:30

Rigenerazione urbana, Anci e Uncem contro il bando

Cantiere - Foto di archivio

L'associazione dei Comuni ed i Comuni delle comunità montane hanno attaccato i parametri del bando che assegna fondi per la rigenerazione urbana



ROMA — Annullare e rifare il bando che assegna fondi per i progetti di rigenerazione urbana nei Comuni fino a 15mila abitanti, è la richiesta di Marco Bussone, presidente nazionale Uncem che arriva insieme alla presa di posizione del presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato, Matteo Biffoni.

Qui i Comuni finanziati. E qui tutti i Comuni che hanno partecipato.

Il presidente di Anci Toscana, Matteo Biffoni, ha attaccato così la graduatoria “Tutti i Comuni toscani sotto i 15mila abitanti che hanno presentati i loro progetti, sono stati esclusi dai finanziamenti per la rigenerazione urbana. Pur comprendendo la finalità del bando, che ha l'obiettivo di contrastare la marginalizzazione e il degrado sociale e migliorare la qualità ambientale dei territori, e consapevoli che altrove le situazioni da questo punto di vista sono ben peggiori che in Toscana, riteniamo questa situazione ingiusta, penalizzante e per certi versi paradossale: i Comuni più virtuosi di fatto vengono esclusi. Crediamo sia indispensabile rifinanziare il fondo per lo scorrimento della graduatoria, e soprattutto invitiamo il governo a ripensare i criteri di attribuzione, per un'adeguata distribuzione delle risorse su tutto il territorio nazionale. L’entità delle richieste ha superato l’ammontare delle risorse disponibili e quindi la concreta attribuzione sta penalizzando ie nostre amministrazioni, che presentano un indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM, ISTAT) inferiore rispetto ad altre regioni. I Comuni hanno fatto un ottimo lavoro, i progetti sono di qualità; questo impegno non può essere gettato via”. 

Il presidente di Uncem, Bussone, ha spiegato da Roma “Tutti, o quasi, al sud i contributi per investimenti a valere sul bando nazionale della ‘rigenerazione urbana’. Nulla contro il sud, ci mancherebbe, anzi! Ma levata di scudi unanime, un anno fa, dei Sindaci e integrazione delle risorse, per coprire i progetti di tutte le grandi città, ovvero quelle del nord inizialmente rimaste escluse. Perché si era considerato l’Indice di vulnerabilità sociale e materiale, scritto e definito da Istat. Che favorisce certe aree, non tutte, del sud. Senza risolvere i problemi, l’IVSM di fatto aumenta le sperequazioni, le disuguaglianze, le differenze, le difficoltà. È centrato su un sistema scorretto e con parametri che non fotografano il Paese. Inquadrano pure male i disagi. Eppure viene usato. Ancora oggi. Oggi tutto è ancora più grave di un anno fa. Perchè nella graduatoria del bando per la rigenerazione urbana per i Comuni con meno di 15mila abitanti, o candidati insieme, in forma associata, l’IVSM fa ancora più danni. E dimostra tutta la sua assurdità. E dimostra l’inconsapevolezza, o scarsa competenza, di chi lo sceglie per valutare e giudicare progetti che invece avrebbero bisogno di ben altri parametri. Siamo arrabbiati. Delusi. Da svenimento. 300milioni vanno a finanziare progetti in Comuni di Campania, Marche, Puglia, Calabria e Sicilia. Null’altro. Progetti finanziati solo in queste regioni. Niente in altre regioni. Tutti i Comuni collocati altrove esclusi. Perché l’Indice di vulnerabilità sociale e materiale genera questo. Chi lo sceglie spacca in due il Paese. E i Ministeri, nei vertici amministrativi e tecnici, per non valutare nel merito i progetti, scelgono questo indice, quei parametri fuori dalla realtà, lo hanno fatto di nuovo. Senza alcun senso di territorio. Proprio non ci siamo. E questa volta non basta integrare risorse come fatto per le grandi città”. Ed ancora “Nessuna premialità su progetti green e intelligenti. Assurdo oggi. Totalmente immorale. Questi metodi di scelta dei progetti proprio non vanno. Sono metodi scollegati dalla realtà sociale, amministrativa, economica del Paese. Sono metodi peggiori del sistema dei bandi, che fa acqua su molte componenti ‘campaniliste’, imperniate su singoli Comuni, del PNRR. E fanno il paio, questi metodi, con altre modalità di scelta, peggiori del sorteggio nel quale almeno vincerebbe la sorte. Peggiori della scelta dei progetti valutando il rapporto con il risultato di bilancio dei Comuni, dunque chi ha fatto e gestito peggio l’Ente ed è stato meno virtuoso. Di IVSM non vogliamo più sentir parlare. E il Ministero dell’Interno fa bella figura, domani, a ritirare graduatoria e bando. A tutelarsi. A chiedere anche scusa ai Comuni. ‘Abbiamo sbagliato. Si riparte. 300milioni li assegniamo diversamente. Valuteremo nel merito i progetti, green, intelligenti, sostenibili, a prova di futuro’. Chieda scusa chi ha voluto quell’indice e quelle modalità applicative che rievocano vecchie e inutili divisioni del Paese. Si rifaccia tutto. Lo chiediamo al Viminale. Lo faccia subito”.


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