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Attualità sabato 17 giugno 2017 ore 11:50

Rossi e i toscani in marcia contro i voucher

Foto da Twitter Enrico Rossi

Anche il presidente Enrico Rossi insieme a tanti toscani alla manifestazione organizzata a Roma dalla Cgil contro la reintroduzione dei voucher



ROMA — Decine di pullman e un treno speciale dalla costa; e poi c'e' chi si è che organizzato in auto per raggiungere Roma. Così in migliaia sono partiti dalla Toscana per presentarsi puntali al concentramento della manifestazione nazionale della Cgil contro la reintroduzione dei voucher.

Dalla Toscana sono partiti in molti, tra amministratori e sindacalisti, tra questi anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi

Al via la manifestazione nazionale della Cgil contro i nuovi voucher a Roma. Il sindacato guidato da Susanna Camusso è tornato in piazza con lo slogan "Rispetto! Per il lavoro, per la democrazia, per la Costituzione" . Perché la reintroduzione dei voucher è uno "schiaffo alla democrazia" che non può passare "inosservato", sostiene il sindacato. La manifestazione del sindacato è stata organizzata contro il "Libretto di famiglia" e il "Contratto di prestazione occasionale" che hanno sostituito i buoni per il lavoro accessorio dopo l'annullamento del referendum.

Due i cortei che sfilano per le via della capitale: uno è partito da piazza della Repubblica, l'altro da piazzale Ostiense, che poi hanno confluito in piazza di Porta San Giovanni dove si è tenuto l'intervento conclusivo, dal palco, del segretario generale Susanna Camusso

Susanna Camusso, segretaria generale Cgil, dal palco incalza: "Sui voucher la politica non ha avuto il coraggio di fare una battaglia a viso aperto ma ha usato furbizie e sottratto ai cittadini il diritto di voto". E  denuncia: "La nostra battaglia non finisce qui. Ricorreremo alla Corte. Abbiamo già raccolto più di 150 mila firme. Con tutto il rispetto faremo presente al Presidente Mattarella che siamo di fronte a un'esplicita violazione della Costituzione".

Sempre Camusso dal palco di Porta San Giovanni fa un appello alle imprese: "Alle imprese che chiedono di più sul terreno del lavoro occasionale, diciamo: se volete il lavoro pagatelo". Nel sottolineare che "produrre diseguaglianza è la ragione della crisi" Camusso si rivolge al governo a suo giudizio colpevole di "aver confuso in questi anni i bonus con le politiche strutturali del lavoro, ciò che ha continuato a impoverire il paese".


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