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Attualità sabato 22 luglio 2017 ore 12:00
Spiagge, i diritti e i doveri dei bagnanti
Chilometri e chilometri di spiagge ma poche, veramente pochissime sono libere. Ma è giusto secondo la legge pagare per accedere alla spiaggia?
FIRENZE — In estate si cerca rifugio sulle spiagge per fare un bagno e rinfrescarsi dal solleone estivo. Un sospiro di sollievo per chi abita in città e cerca un po' di refrigerio. Ma in molti casi c'è chi non si può permettere di pagare un ombrellone in uno stabilimento balneare, o c'è chi preferisce magari la natura selvaggia, e quindi si va alla ricerca di spiagge libere. In Italia è difficile trovare spiagge non a pagamento, ma è giusto pagare per accedere alla battigia?
Come spiega l'Associazione Codici, la spiaggia secondo la legge italiana fa parte del demanio marittimo dello Stato e per questo motivo è un bene inalienabile, inespropriabile e destinato alla collettività.
Naturalmente c'è la possibilità di avere le spiagge in concessione, ma esistono dei limiti: deve essere sempre libero l’accesso al mare e la battigia è per legge libera.
Quindi tutti possono passeggiare su quella striscia di sabbia di circa 5 metri che separa la spiaggia dal mare, ma ci si può anche sdraiare, sedere e sdraiarsi. Invece non si può occupare la battigia con ombrelloni, sedie o lettini. Questo non lo può fare nemmeno lo stabilimento balneare.
Gli stabilimenti balneari che impediscono l’accesso alla battigia o richiedono un pagamento, commettono un illecito.
Per quanto riguarda le spiagge libere ci sono anche dei divieti, libere sì ma non senza regole: non si può giocare a pallone o qualsiasi gioco che possa disturbare gli altri. Non è consentito l'accesso agli animali in spiaggia, e se consentito occorre tenerli al guinzaglio. Niente radio e musica e è severamente vietato abbandonare i rifiuti.
Queste regole vengono da Stato, Regione e Comune, ma è quest’ultimo a stabilire le regole di base.
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