Attualità giovedì 08 agosto 2024 ore 18:12
Alberi e clima, ricercatori toscani nello studio
Due ricerche svelano come l'età degli alberi influisca sugli ecosistemi forestali sottoposti al cambiamento climatico
TOSCANA — L'età degli alberi e delle foreste influenza significativamente il funzionamento di questi ecosistemi e condiziona la loro capacità di mitigazione dei cambiamenti climatici. È quanto emerge da due ricerche condotte dall’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo del Cnr di Perugia, in collaborazione con il Laboratorio di geomatica forestale dell’Università di Firenze.
Attraverso sistemi di simulazione avanzata, i ricercatori avrebbero rilevato come l'età di alberi e foreste influisca sull'assimilazione del carbonio e conseguentemente sulla produttività di questi ecosistemi. Le due ricerche sono state pubblicate sulle riviste Journal of Environmental Management e Forests.
"La produttività delle foreste - spiega Elia Vangi, postdoc al Forest Modelling Lab del Cnr-Isafom e primo autore degli studi- raggiunge il picco nei popolamenti giovani e di mezza età (16-50 anni), indipendentemente dalle condizioni climatiche. In particolare le faggete si dimostrano stabili e resilienti con l'aumento di Co2 atmosferica e temperatura mostrando un aumento della biomassa epigea -cioè chiome e tronchi- che invece diminuisce nelle foreste di abete rosso, soprattutto nelle classi di età avanzate. Il pino silvestre mantiene una capacità di stoccaggio della Co2 più stabile rispetto alle altre specie, ma vede una diminuzione dell'incremento annuo di volume. Comprendere queste dinamiche è cruciale per sviluppare strategie di gestione efficaci. Promuovere la diversità delle specie e delle età all'interno delle foreste può rafforzare la loro resilienza e adattabilità ai cambiamenti climatici futuri".
“Questi risultati - aggiunge Gherardo Chirici, direttore e coordinatore scientifico del Laboratorio di Geomatica Forestale - sottolineano la necessità di tenere conto della diversità delle classi di età, mancante nella maggior parte, se non in tutti, i modelli globali di vegetazione, per valutazioni affidabili e robuste degli impatti del cambiamento climatico sulla stabilità e capacità di resilienza delle foreste future”.
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