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Attualità giovedì 20 novembre 2025 ore 13:40

Bus e tram verso lo sciopero

Autolinee Toscane e Gest annunciano possibili ritardi o cancellazioni di corse. Ma ci sono fasce orarie di garanzia



TOSCANA — Quella di venerdì 28 Novembre sarà una giornata di sciopero nazionale di tutti settori pubblici e privati. Autolinee Toscane e Gest hanno annunciato possibili disagi anche per il settore del trasporto pubblico locale. Lo sciopero è stato indetto dalla Confederazione Unitaria di Base e dall' Unione Sindacale di Base Lavoro Privato, al quale hanno aderito Cub Trasporti, Cobas del Lavoro Privato e Usb Lavoro Privato. L’adesione allo sciopero nazionale indetto è di 24 ore.

Per quanto riguarda Autolinee Toscane, che gestisce il trasporto su gomma, lo sciopero è indirizzato sia al personale viaggiante (dall'inizio servizio alle ore 4.14, dalle ore 8.15 alle ore 12.29, dalle ore 14.30 a termine servizio) che a quello impiegatizio ed operai (per l'intero turno di lavoro). Come prevede la normativa per le fasce di garanzia il servizio bus di at-autolinee toscane sarà garantito dalle 4,15 alle 8,14 e dalle 12,30 alle 14,29.

La percentuale di adesione al precedente sciopero indetto dalle stesse sigle è stato del 22,3%.

Anche i tram in servizio a Firenze  potrebbero subire ritardi o cancellazioni di corse. Il servizio sarà garantito dalle 6,30 alle 9,30 e dalle 17 alle 20. Lo sciopero, informa Gest, coinvolgerà sia il personale viaggiante che gli impiegati. Per operai e impiegati lo sciopero è previsto per l’intero turno di lavoro. La regolarità del servizio dei tram fuori dalle fasce di garanzia dipenderà dalle adesioni allo sciopero. La percentuale di adesione a precedenti scioperi indetti dalle medesime sigle è del 13,18%.

Tra i motivi dello sciopero ci sono il riconoscimento dello Stato di Palestina, il blocco delle spese militari,  investimenti per scuola, università, sanità pubblica, trasporti, Welfare e Salute-Sicurezza sul Lavoro; aumento dei Salari e delle Pensioni, approvazione di un salario minimo di almeno 12 euro l’ora, il ripristino del reddito di cittadinanza, il rilancio di un nuovo piano strutturale di edilizia residenziale pubblica che preveda anche il riuso del patrimonio pubblico attualmente in disuso, a beneficio dei settori popolari e dei lavoratori e l’adozione di nuova politica energetica a tutela dell’ambiente e che utilizzi le fonti rinnovabili, senza ricorre al nucleare e rigassificatori. L'azione di sciopero esprime anche contrarietà alla Legge di Bilancio 2026, alle privatizzazioni e al sistema di appalti e subappalti.


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