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Attualità venerdì 19 aprile 2024 ore 10:05

Povertà e liste d'attesa, quasi il 6% dei toscani rinuncia alle cure

ospedale

La Toscana è la sola regione del Centro Italia in cui il fenomeno registra un calo percentuale. Tutti i dati dall'ultimo rapporto Istat



TOSCANA — Povertà, liste d'attesa, difficoltà di accesso: sono quasi il 6% i toscani che nel 2023 hanno rinunciato a curarsi per questi motivi, a fronte di una percentuale media nazionale del 7,6% ovvero 4,5 milioni di italiani: il dato emerge dal "Rapporto sul benessere equo e sostenibile" di Istat, che restituisce un quadro sulla complessità del Paese, assumendo la rinuncia alle prestazioni sanitarie come indicatore per misurare il livello di equità di accesso ai servizi sanitari pubblici in Italia.

Il dato nazionale relativo al 2023 è superiore a quello del 2022 e del 2019 - prima e dopo la pandemia dunque - e cresce all’aumentare dell’età con un picco tra 55 e 59 anni. In Toscana il fenomeno ha assunto quindi dimensioni più contenute rispetto al resto d’Italia.

La Toscana è la regione con la percentuale più bassa di rinunce alle prestazioni sanitarie dopo il Friuli Venezia Giulia e le province autonome di Trento e Bolzano. E’ un numero in diminuzione rispetto al 2022 e migliore del 2019. La Toscana è l’unica regione del Centro Italia che presenta una riduzione della percentuale.

Il fenomeno riguarda tutte le regioni italiane, e ha conosciuto una crescita importante all’indomani della pandemia da Covid-19, quando hanno inciso il recupero di prestazioni differite, la riorganizzazione dell’assistenza sanitaria ma anche i vincoli su spesa ed assunzioni per coprire l’aumento della domanda con un numero adeguato di professionisti e, non ultima, la dinamica inflattiva.

Il presidente della Regione Toscana e l’assessore regionale alla salute hanno fatto sapere che il lavoro per migliorare la risposta alla presa in carico dei cittadini continuerà con il massimo impegno. I dati dimostrano che il fenomeno delle liste d’attesa ha un carattere nazionale, con la Regione Toscana che ha deciso di contenerlo tramite un lavoro straordinario dei professionisti del sistema sanitario regionale.


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