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Attualità mercoledì 13 settembre 2023 ore 19:40

Sindrome da rientro sui banchi, migliaia di studenti col mal di scuola

Foto di archivio

Secondo l'ordine regionale degli psicologi l'ansia si impadronisce di numerosi alunni toscani già prima dell'inizio dell'anno scolastico



TOSCANA — “Migliaia di studenti toscani tra scuole dell’infanzia, primarie e superiori possono incorrere ogni anno nella sindrome da rientro sui banchi. È uno stress che diventa malessere fisico e psicologico, da contrastare con la gradualità degli impegni”. Ad affermarlo Maria Antonietta Gulino, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico.

La fine delle vacanze estive e il ritorno a scuola, come rilevano gli esperti, possono infatti determinare disturbi come mal di pancia, sonno agitato, scarso appetito e, nei casi più gravi, veri e propri stati di ansia e di ritiro. “Invece la scuola – argomenta Gulino – deve essere vissuta come l’opportunità di riprendere la propria vita con gli altri, di tornare a socializzare, di imparare, di crescere”.

Per non rendere eccessivamente traumatico questo passaggio, sostiene sempre la presidente, serve inizialmente una via di mezzo tra i tempi dilatati delle vacanze e quelli stringenti di compiti o verifiche. “Agli insegnanti – continua – chiediamo di non affollare di impegni il diario degli studenti, per fare in modo che riprendano confidenza con i nuovi ritmi. La calma, nelle prime settimane, è fondamentale”.
Un’altra potenziale fonte di stress è quella legata all’approccio con una realtà sconosciuta: “Pensiamo ai piccoli che vanno all’asilo, ma anche a chi passa in prima elementare o dalle elementari alle medie, fino alle superiori. Le famiglie hanno un compito cruciale, accanto agli insegnanti: devono trasmettere serenità ai figli, conducendoli in un passaggio il più possibile morbido alla nuova dimensione della loro vita.

La scuola, insomma, è davvero un luogo che può e deve generare benessere, non ansia: “La pandemia, con la mutilazione dei rapporti che ha prodotto, ce l’ha insegnato. È nel contatto con gli altri che stiamo meglio. Accanto a questo – conclude – permettere allo psicologo di stare dentro le scuole consente di fare prevenzione attiva, grazie all'ascolto e al dialogo, strumenti che restano i più incisivi per una sana crescita”.


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