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Attualità venerdì 07 maggio 2021 ore 13:00
In piazza per Luana "E' il lavoro, non la guerra"
Al Castello dell'Imperatore, stamani, la manifestazione contro le morti bianche. Con sindacati e istituzioni anche la mamma di un'altra vittima
PRATO — "E' il lavoro, non la guerra": rimarrà forse questa la frase simbolo della manifestazione che stamani a Prato, in piazza Santa Maria delle Carceri, ha radunato sindacati e istituzioni ancora sotto choc dopo la morte, il 3 maggio scorso, della mamma e operaia di 22 anni Luana D'Orazio in un incidente sul lavoro nell'azienda tessile di Oste, a Montemurlo, in cui si trovava in servizio.
A pronunciarla, quella frase, un'altra mamma di un'altra vittima del lavoro: Sabri Jaballah. Lui, 23 anni e dunque coetaneo di Luana, ha perso la vita in un'altra azienda tessile a Montale il 2 febbraio scorso, schiacciato da una pressa. "Non è giusto - ha detto la madre di Sabri salendo sul palco della manifestazione pratese, in mano la foto del suo figliolo - ho cercato di andare avanti ma è difficile, non è possibile morire così sul lavoro, non siamo in guerra".
Secondo i dati forniti dagli organizzatori oggi erano un migliaio, in piazza a Prato alla manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil per ribadire che no, non si può morire di lavoro. Sul Castello dell'Imperatore lo scandiva lo striscione su fondo azzurro: "Morire di lavoro oggi non solo è inconcepibile, è intollerabile", c'era scritto.
Folta la presenza dei rappresentanti istituzionali, a cominciare dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e poi l'assessore regionale a istruzione e impiego Alessandra Nardini e il sindaco di Prato Matteo Biffoni: "La piazza di oggi è un bel segnale - ha detto quest'ultimo - ora lo Stato deve raccoglierlo. La morte di Luana ha scosso la coscienza del Paese: basta morti bianche".
Luana D'Orazio - i cui funerali sono fissati per lunedì 10 Maggio nella chiesa della frazione di Agliana in cui viveva col bimbo e con i familiari - è morta il 3 maggio scorso. L'altro ieri Cristian Martinelli ha perso la vita in una ditta di Busto Arsizio, nel Varesotto. Ieri l'artigiano edile Maurizio Gritti, 47 anni tra due giorni, è morto nel cantiere edile dove stava lavorando. Lascia la moglie e due figli. Sempre ieri, intorno alle 21,30, l'operaio di 37 anni Andrea Recchia è morto in uno stabilimento di produzione mangimi nel Parmense. Eppure, come ha detto la mamma di Sabri: "E' il lavoro, non la guerra".
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