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sabato 23 agosto 2025

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Fu vera gloria?

di - mercoledì 20 agosto 2025 ore 08:00

Due servizi del TG, di quelli di contorno, come le patatine con l’arrosto, redatti da portatori sani di eclatanti avvenimenti, ci mettono al corrente, senza trasparente ironia, di fatti strabilianti. Una cantante con l’ultimo concerto (o l’aveva già conseguita?) ha raggiunto l’immortalità. Un pilota di formula uno ha fatto la storia (stabilendo quale record?) col miglior tempo nelle prove che determina l’ordine di partenza della gara.

Il cronista di questa memorabile impresa dovrà dare il giorno dopo la notizia sorprendente quanto inopinata della mancata vittoria senza specificare se il protagonista è uscito dalla storia o c’è rimasto.

Sono tutti insuperabili e tutti più grandi di qualcun altro e quindi insuperabili fino all’indomani. Ciò che hanno fatto non ha paragoni: è un assoluto. Sono i protagonisti di una storia con la esse minuscola? In che rapporto stanno con l’altra? Quella di Galileo, Platone, Brunelleschi?

Va da sé che l’evento più è straordinario (e l’enfasi è quella dell’epica) più esalta chi lo annuncia. È un briciolo di storia e immortalità anche per lui.

Tali iperbolici giornalisti (non sgradevoli come alcuni altri loro colleghi: niente di personale, infatti) specialisti di un settore, sport o eventi mondani, siamo persuasi, pur non disponendo di prove a sostegno, siano raffinati burloni che si divertono a occuparsi, con levità e apparente serietà, di temi minori. Nei loro otia piace immaginarli appassionati a tradurre dal greco al latino autori meno noti del terzo secolo a.C., o a confrontare Essere e Tempo con L’Essere e il Nulla, o stiano cercando la dimostrazione di qualche teorema della matematica ancora insoluto.

Naturalmente, nel solco della tradizione più consolidata, il primato sportivo è eccezionale se il protagonista è italiano, o italiota, per quell’amor patrio che alberga tutti i cuori e quella mancanza di obiettività che ci onora.

Naturalmente la cantante è preferibile sia statunitense, giusto per ribadire l’atavico provincialismo e complesso d’inferiorità che contraddistingue la periferia dell’impero.

In un domani, si spera lontano, quello stesso sistema televisivo, che hanno contribuito a puntellare, mostrerà la sua riconoscenza con un briciolo di immortalità e di storia anche per loro, con un epitaffio che lascerà indifferenti quelle masse che una volta credettero ai loro retorici sproloqui.