Parole che curano
di - lunedì 24 gennaio 2022 ore 07:30
Le parole possono curare, solo a patto che possano essere parole di gentilezza. E non è scontato che lo siano. Durante le vacanze ho approfittato del tempo libero per leggere qualche libro, e uno di questi è stato quello di Carofiglio “La nuova manomissione delle parole”. Ed ancora di più, ed ancora una volta ho avuto modo di capire l’importanza delle parole che utilizziamo ogni giorno. Il nostro linguaggio crea il mondo, il modo in cui lo vediamo e lo percepiamo, in una parola, il modo in cui lo viviamo. Ed abbiamo bisogno di parole dolci e tenere, parole in grado di scaldare il cuore, se vogliamo che il mondo sia un luogo più accogliente in cui vivere.
Tutto parte da noi, da nostri piccoli gesti, da semplici parole. Ecco perché penso sia fondamentale mettere al centro della nostra attenzione la persona e farci guidare da essa.
La nostra cittadina ospita ormai da un ventennio la statua di Vangi “Ragazza in piedi”, sita in Piazza Cavour. L’avete presente? Io sono sempre stata attratta da questa scultura perché, oltre a rappresentare in maniera chiara ed evidente il concetto di libertà, credo rappresenti anche quel concetto di ripartire dalla centralità della persona per muovere passi verso l’altro a cui mi riferivo prima.
E l’arte scultorea non è l’unica ad avere questo dono. Sicuramente anche la poesia può riuscire a ricollocare l’essere umano al centro, accarezzandolo con versi gentili e di cura. Di esempi ne abbiamo davvero molti, basta aprire un’antologia nella sezione poetica. Ma questo lo lascio fare agli esperti.
Vi chiederete perché una psicologa parli così tanto di arte e di poesia in particolare. Vi rispondo subito: un poeta e uno psicologo hanno il comune interesse per l’uomo e per il mondo che lo circonda. Non potremmo certo fare psicoterapia decantando poesie, ma non è così improbabile farci aiutare dalla parola poetica per trasmettere un invito alla riflessione.
La poesia ha il grande merito di essere sintetica e diretta. Spesse volte in pochi versi si racchiudono concetti molto complessi, e più è esteticamente valida, per citare Manfrida (il direttore del CSAPR, la scuola di psicoterapia nella quale mi sono formata), più colpisce il lettore, anche quando questo è un paziente in terapia.
Spesse volte utilizzo citazioni poetiche nel mio lavoro in studio per favorire un cambiamento o per restituire il senso di un dato momento.
Parola poetica, centralità della persona, gentilezza, cura delle parole e amore incondizionato verso di esse credo che siano elementi in comune tra due professioni così apparentemente diverse come il poeta e lo psicologo.
E non possiamo avere parole di cura se non abbiamo il coraggio di andare oltre, di assumerci dei rischi, di mescolare ciò che sulla carta non potrebbe mai legarsi.
Perché alla fine, la cura non è altro che la
Capacità
Umana di
Rompere
Argini
senza aggressività, senza bisogno di urlare, sottovoce, in punta di piedi, con gentilezza e con amore.
Federica Giusti