«Pigmenti d'anima»
di - lunedì 11 aprile 2022 ore 07:30
Con queste due parole «Pigmenti d’anima» Carmen Talarico in modo poetico ha dato il titolo alla rubrica quindicinale di poesia e arte che ho avuto l'onore di curare con le mie illustrazioni.
Illustrazioni create con pigmenti naturali. Ho scoperto con stupore che la natura ci regala dei materiali per lasciare un segno.
Da tantissime piante possiamo estrarre stupendi e colorati succhi con i quali dipingere. Agenti coloranti si nascondono non soltanto nei fiori, ma anche nei frutti, nelle foglie, negli steli e nelle radici. Questa tecnica pittorica è stata scelta con consapevolezza, conseguenza di una ricerca che appunto parte dalle parole.
Il mio lavoro da illustratrice necessità di avere un metodo; il mio è ben definito e per qualsiasi progetto che devo realizzare parto facendo un'intervista al committente, per capire il perché del progetto, il suo scopo, l'obiettivo.
Da questa intervista traggo le parole chiave. Per il progetto «Pigmenti d’anima» queste parole chiave erano pigmenti, natura e radici.
Sono andata a cercare nelle mie radici perché le poesie di Carmen mi invitavano a fare questo viaggio. Così ho scoperto che la mia bisnonna tingeva la lana con pigmenti naturali.
La mia bisnonna aveva un telaio in casa sua e io ho il ricordo di lei che mi chiedeva di avvolgere il filo di lino mentre lo faceva con il filatoio.
Dopo lei faceva i kilim con il suo telaio; i kilim sono dei tappeti senza pelo coloratissimi.
Uno l'ho sempre con me sulla mia sedia da lavoro.
Per colorare il filato la mia bisnonna usava colori naturali.
Ho pensato di dedicare il mio tempo a sperimentare dei colori naturali sulla carta, quelli che la mia bisnonna usava per tingere i tessuti.
Colorare con le erbe!
Facendo un po’ di ricerche ho iniziato a farmi un’idea che la natura è la migliore ispiratrice per tutti noi.
Fare ricerca, sperimentare e esplorare con coloranti naturali. Non è così semplice e scontato come potrebbe sembrare ad alcuni. Prima è necessario raccogliere alcune materie prime:
prezzemolo, melograno, le squame di cipolla, barbabietola, ibisco, cortecce di alberi, foglie di betulla.
Poi per ciascuno c'è una procedura differente per tirare fuori il colore: per il prezzemolo si usa il pestello e poi il succo si usa per dipingere.
Le bucce di cipolla si cuociono e si usa l'acqua colorata da esse ricavata.
Stesso procedimento per la barbabietola.
Ho iniziato a estrarre pigmenti e fare la sperimentazione sulla carta.
La parte più interessante è quando si passa a fare il segno. Pigmenti naturali permettono di fare dei segni ma l'ossidazione, la luce del sole e l'aria fanno sì che i colori cambiano nell'arco del tempo.
Proprio perché non sono fissati dalla chimica, agenti naturali entrano in relazione con loro trasformando il colore.
Questo aspetto mi piaceva più di tutto. Però l'immagine andava scannerizzata subito perché talvolta anche dopo due ore i colori cambiavano.
Era però affascinante notare come di giorno in giorno i colori cambiavano (da verde a grigio, da blu a verde acqua, da verde a marrone), il tutto dovuto all’ossidazione e al contatto con l'aria.
Perché l'unica costante nella natura è il cambiamento. Le mie illustrazioni per il progetto “Pigmenti d’anima” cambiavano nel tempo, proprio come fa l'anima che entra in contatto con questo mondo terreno.
Per questo progetto poetico partendo dalle parole chiave ho scelto questa tecnica che era poetica anche essa, era naturale e veniva dalle mie radici.
Ogni volta che affronto un progetto nuovo la tecnica che utilizzo cambia dipendentemente dalle parole chiave, dipendentemente dal perché del progetto.
Così che io posso definire quale tecnica adattare, quali forme creare per manifestare l'essenza che va manifestata. Ma alla base di tutto stanno le parole.
Renata Otfinowska