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Attualità sabato 19 giugno 2021 ore 17:00

Ascensori ko, disabile bloccato in stazione

L'odissea di Luigi Gariano, costretto su una sedia a rotelle, rimasto ostaggio per ore della stazione perché gli ascensori non funzionavano



PONTEDERA — "Giovedì 17 giugno alle ore 22 sono rimasto bloccato alla stazione ferroviaria del comune di Pontedera".

E' il racconto di Luigi Gariano, pontederese, vicepresidente di Asha e da sempre in prima fila nelle battaglie per riconoscere i diritti alle persone con disabilità. Gariano è rimasto ostaggio della stazione di Pontedera, dove gli ascensori non funzionavano.

"Sono partito con il treno da Bari nel pomeriggio ed il mio arrivo a Pontedera era previsto alle ore 22,15.Era tutto organizzato; ho prenotato la corsa, pagato il biglietto, prenotato l'assistenza per la salita e la discesa dal treno alla Sala Blu.Sembrava che tutto andasse bene. Mia moglie era venuta a prendermi alla stazione. Nella tratta ferroviaria che porta da Firenze direzione Pisa, all'arrivo della stazione di Pontedera dove sarei dovuto scendere c'era l'assistenza che mi ha fatto scendere dal treno e mi ha comunicato che gli ascensori che mi avrebbero fatto arrivare (dal terzo binario dove si era fermato il treno) al primo binario che mi avrebbero portato verso l'uscita della stazione erano fuori servizio. Sono rimasto bloccato al terzo binario", racconta Gariano.

"Il treno è rimasto fermo ed all'interno dello stesso vi erano diversi passeggeri che avrebbero dovuto proseguire. Per cercare di trovare una soluzione che mi permettesse di uscire dalla stazione, con l'operatore dell'assistenza e il capotreno, siamo rimasti fermi bloccati al terzo binario per quasi un'ora. Nonostante i vari tentativi e le telefonate degli operatori presenti, non c'è stata alcuna possibilità di riattivare gli ascensori che sono rimasti fuori servizio.

Mi è stato proposto di attraversare i binari che mi avrebbero condotto dal terzo binario al primo, quindi verso l'uscita, ma visto il pericolo a cui sarei stato sottoposto e per la paura di rimanere bloccato con la carrozzina in mezzo ai binari del treno non ho accettato. Allora, dopo ancora un po di tempo, mi hanno fatto risalire sul treno, siamo ripartiti per alcuni chilometri in direzione Cascina per poi ritornare indietro, direzione Pontedera. In quel momento il macchinista del treno ha potuto fare la manovra di scambio dei binari, per passare dal terzo al primo binario dove c'era mia moglie che mi aspettava e l'operatore addetto all'assistenza alla discesa del treno. Come tutti i passeggeri del treno, ho giustamente pagato il biglietto per viaggiare. E' stata una situazione che mia ha creato non pochi disagi, e perchè sono stato sottoposto contro la mia volontà ad un regime di fermo e perchè la mia libertà di movimento e di mobilità è stata limitata da altri. Non ci sono parole per descrivere quanto è accaduto. Ogni singolo individuo deve essere libero di poter scegliere, di potersi muovere e decidere cosa è giusto e cosa non è giusto per la sua vita. Sono stato prevaricato, non ho avuto alcuna possibilità di scelta, se non subire quanto altri hanno deciso per me. Non è in dubbio la disponibilità del capotreno a voler cercare di risolvere una situazione quantomeno imbarazzante. Rimane l'atto discriminatorio che ho subito e le azioni forzate a cui mi sono dovuto sottomettere."

"Dispiace ricordare - dice ancora Gariano - che quanto è accaduto al sottoscritto (e non è la prima volta) succede continuamente ad altre persone con disabilità ma tutto ciò pare la normalità."

Sull'episodio sono intervenuti anche i vertici locali di Fratelli d'Italia.

"Esprimiamo tutta la nostra solidarietà nei confronti di Gariano che ha documentato l’odissea che una persona in carrozzina deve intraprendere per fare una cosa che le persone con due gambe in salute fanno ogni giorno senza nemmeno pensarci. In consiglio comunale - si legge nella nota - chiederemo un maggiore impegno da parte dell’amministrazione per abbattere le barriere architettoniche che purtroppo, in tanti luoghi della città, esistono ancora. È ora che s’investa seriamente su un piano di accessibilità ben studiato: dobbiamo garantire ad ognuno la possibilità di spostarsi autonomamente e in sicurezza all’interno dell’ambiente urbano, al di là della condizione fisica, sensoriale o anagrafica".


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