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Attualità martedì 13 febbraio 2018 ore 18:10
Giorgia Meloni in piazza fra bandiere e inni
La leader Fdi ha ricordato al sindaco l'articolo 21. Millozzi, fuori città, ha scritto sui social: "In portineria trova estratti della Costituzione"
PONTEDERA — Un Martedì Grasso con un ospite di spicco nella città della Vespa. In piazza Cavour, di fronte al municipio, dopo la tradizionale sfilata dei carri mascherati, fra coriandoli (di Carnevale) e bandiere (di Fratelli d'Italia) è infatti arrivata Giorgia Meloni. Ad accoglierla molti cittadini, alcuni solo di passaggio per la festa, molti altri appositamente venuti per ascoltare il suo comizio.
La visita della leader di Fdi è stata organizzata a quattro giorni dalla multa elevata dalla polizia locale al segretario comunale Fdi Matteo Bagnoli che, per richiedere il suolo pubblico per montare un gazebo elettorale nella zona del Mercato, aveva consegnato agli uffici municipali il modulo necessario cancellando però le frasi relative al divieto di ricostituzione del partito fascista e alla propaganda di istigazione all'odio razziale.
Una “sbianchettatura”, come è stata definita dal primo cittadino Millozzi, che il Comune ha ritenuto irricevibile, rifiutando così la richiesta di Fdi e dando il via a una diatriba arrivata fino alla ribalta nazionale e culminata proprio con l'odierna visita di Giorgia Meloni nella città della Piaggio.
Salita sul palco arrangiato sopra un furgone, mentre la folla cantava l'inno italiano, Giorgia Meloni ha detto: "Grazie, grazie, grazie di essere qui. Non per Fratelli d'Italia, ma per stabilire un principio fondante della nostra civiltà: il principio scritto nell'articolo 21 della Costituzione, la libertà di espressione. Noi non ci facciamo dire dal sindaco di Pontedera se possiamo o non possiamo raccontare che cosa intende fare Fdi per i cittadini italiani, noi non ci facciamo dire se possiamo parlare da una sinistra che non riesce neanche a esprimere solidarietà a un carabiniere picchiato da un branco di deficienti dei centri sociali".
Meloni ha poi raccontato dell'accoglienza ricevuta a Livorno, dove, appena prima di venire a Pontedera, si era recata per parlare con i commercianti di alcuni quartieri. Nella città labronica, la leader di Fdi è stata accolta da alcuni contestatori che le avrebbero tirato addosso una bottiglia di plastica, sputato e preso a calci l'auto.
Al comizio di Meloni di fronte a Palazzo Stefanelli erano presenti vari esponenti locali e provinciali di Fdi, ma non il sindaco Simone Millozzi, fuori città per – ironica coincidenza – un incontro sull'antifascismo. Dai social, però, il primo cittadino ha dedicato alcune parole alla leader di Fratelli d'Italia e le ha lasciato un pensiero in municipio : “Oggi sarò impegnato prima a Firenze all'assemblea Anci e poi a Pisa ai lavori del tavolo provinciale sull'antifascismo; non potrò accogliere di persona l'onorevole Giorgia Meloni che ha annunciato la sua visita a Pontedera. La città è sempre lieta di ospitare ogni deputato o senatore della Repubblica. Qualora volesse passare dal municipio - ha aggiunto Millozzi - mi sono premurato di lasciarle in portineria un piccolo pensiero: gli estratti della Costituzione, della legge Scelba e Mancino (sul divieto di ricostituzione del partito fascista e di istigazione all'odio razziale), che i suoi rappresentanti locali hanno cancellato da un modulo predisposto dal comune in ragione di chissà quale imbarazzo. Mi aspetto che l'iniziativa di Fratelli d'Italia non tradisca lo spirito carnevalesco che si respira in città durante il Martedì grasso. Se oltre alla manifestazione sarà occupato il suolo pubblico con gazebo, pedane....spero inoltre che gli organizzatori abbiano presentato agli uffici la domanda con la forma ed il contenuto che ciascuno è tenuto a rispettare, si chiami Meloni, Millozzi o Pinco Pallino. A Pontedera le regole valgono per tutti e per rispetto del principio di uguaglianza la loro trasgressione viene sanzionata. Aggiungo infine, soprattutto per i più smemorati, che il diritto di manifestare il pensiero, garantito dall'art. 21 della Costituzione, è scolpito nell'identità di questo territorio. E tutti sanno anche che tale diritto è tutelato dalla nostra bellissima Costituzione proprio perché una delle innumerevoli vergogne del ventennio fascista fu la censura e la limitazione della libertà di espressione, attraverso il controllo dei mass media, della stampa, della radiodiffusione, della parola, fino ad arrivare alla soppressione della libertà di associazione. Ecco perché la Repubblica italiana, con la sua Costituzione e le sue leggi, non ha mancato di sancire, espressamente, il ripudio dell'ideologia fascista. Ecco perché - ha concluso Millozzi - non è accettabile sbianchettare su nessun modello norme in vigore poste a presidio delle nostre libertà e della nostra storia".
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