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Dentro il carcere degli orrori di Sednaya: «È un lotta contro il tempo per trovare i detenuti che potrebbero essere nascosti nelle celle segrete»
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Cronaca lunedì 22 febbraio 2016 ore 13:10

L'estorsore recidivo s'inventa un amante

L'uomo e la figlia scrivevano lettere per estorcere denaro

Era stato condannato per tentata estorsione. Ha provato a discolparsi con nuove lettere minatorie e una telefonata sospetta ma è stato scoperto



RIPARBELLA — Una storia intricata quella del 71enne finito agli arresti domiciliari per tentata estorsione. E' la seconda volta che l'uomo finisce nel mirino delle autorità, e in entrambi i casi gli è andata male. L'anno scorso aveva provato a estorcere denaro a una vicina di casa.

Stavolta ha cercato di calunniare gli investigatori inventando un immaginario amante della sua vittima in nuove lettere ricattatorie. L'uomo è residente a Cecina, ma la storia si svolge a Riparbella, dove abita la vittima delle sue attenzioni.

Il pensionato aveva provato a chiedere 20mila euro: i carabinieri erano risaliti a chi si nascondeva dietro quelle minacce anonime grazie ad alcune telecamere di sorveglianza fatte istallare nell'abitazione della donna. Ai primi di maggio era stato ripreso un uomo anziano mentre si avvicinava all’abitazione e questo era bastato a far scattare la denuncia: l'uomo era stato condannato in primo grado a un anno e otto mesi.

La storia sembrava giunta al capolinea, ma ecco spuntare nuove lettere. In questo caso, la somma richiesta era addirittura doppia. La destinataria era la stessa donna, che ha così vissuto una sorta di remake. Ma con un elemento di novità: in queste nuove lettere, il ricattatore faceva riferimento a un presunto amante della donna, intimando di lasciare in pace chi già era finito nei guai ed era innocente, ovvero lo stesso autore di quelle lettere, il 71enne finito a processo.

L'uomo ha poi denunciato una chiamata sul suo telefono cellulare, spiegando di essere lui stesso oggetto di un ricatto da parte di ignoti. Visti i precedenti, i carabinieri si sono messi a indagare e grazie a una perizia calligrafica hanno scoperto che le nuove lettere erano in realtà il prodotto della stessa mano (quella del 71enne) e della figlia di quest'ultimo, da lui coinvolta nell'intrigo.

I carabinieri sono riusciti a risalire anche all'autore della telefonata: una conoscenza del pensionato, qualcuno che l'uomo avrebbe convinto a chiamare da una cabina telefonica adducendo una scusa, per poter esibire la fantomatica chiamata minatoria agli stessi inquirenti. Su di lui, quindi, pende adesso una duplice accusa: di tentata estorsione e di calunnia. Il pensionato è agli arresti domiciliari. Alla figlia, residente a Castagneto Carducci, è stato imposto il divieto di avvicinamento alla casa della vittima.



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