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Alla fine vinceranno loro

di - domenica 10 dicembre 2023 ore 00:05

Un pellicano australiano - foto Paola Cattaneo
Un pellicano australiano - foto Paola Cattaneo

Considero una degenerazione del turismo di massa nei luoghi d'arte l'usanza di sedersi su sagrati, scalinate, fontane, statue, monumenti per ingurgitare focacce e panini. Una cialtronata ad alto tasso di diffusione: ho sentito con le mie orecchie un’insegnante italiana in gita scolastica a Urbino sollecitare gli alunni a trasferirsi sulla gradinata del Duomo per addentare i loro hamburger.

Nel centro di Firenze, all'ora di pranzo, soprattutto in piazza Signoria e dintorni, ormai c'è più gente con in mano una schiacciata imbottita piuttosto che un cellulare per fare le foto. 

Turisti mangiano schiacciata a Firenze - foto Blue Lama

Turisti mangiano schiacciata a Firenze - foto Blue Lama

E non è una conseguenza dei ristoranti diventati troppo cari: quella schiacciata è proprio una moda, un vezzo da selfie, una tendenza social a cui piace adeguarsi anche a costo di stare in coda per mezz'ora e poi mangiare scomodissimi, al gelo e con 40 gradi all'ombra.
Turisti in fila per comprare la schiacciata a Firenze - foto Blue Lama

Turisti in fila per comprare la schiacciata a Firenze - foto Blue Lama

Turisti mangiano sulla soglia della loggia dei Lanzi - foto Blue Lama

Turisti mangiano sulla soglia della loggia dei Lanzi - foto Blue Lama

Pochi giorni fa mi trovavo a Venezia e ho notato davanti all'ingresso della chiesa di San Salvador, in cima a uno scalone perfetto per un pasto mordi e fuggi, un cartello in cinque lingue : “Vietato sedersi e consumare cibo”, con tanto di disegnini esplicativi per i duri di comprendonio. "Speriamo che funzioni" mi sono detta. Perchè in ballo non c'è soltanto una questione di decoro.

La chiesa di San Salvador a Venezia - foto Blue Lama

La chiesa di San Salvador a Venezia - foto Blue Lama


I pranzi al sacco nei centri storici generano a cascata altre forme di degrado. Cartacce unte e avanzi di cibo spesso traboccano dai cestini dei rifiuti oppure vengono direttamente gettati sul marciapiede. Basta una lattina che finisce per terra e via, subito altri cafoni si adeguano e si materializza la mini-discarica.

Cestini traboccanti di rifiuti - foto Blue Lama

Cestini traboccanti rifiuti nel centro di Firenze - Foto Blue Lama

Dove c'è spazzatura abbandonata, ci sono animali che se ne nutrono, diventando fra l'altro sempre piú intraprendenti: ho visto piccioni tentare di scippare un triangolo di pizza a una turista straniera con un'insistenza che neanche gli avvoltoi nella savana

Piccioni insidiano i turisti a Firenze - foto Blue Lama

Foto Blue Lama

Piccione insidia la schiacciata di un turista

foto Franco Bonciani

Per non parlare della ferocia dei gabbiani, capaci di amputarvi la falange di un dito con una beccata. Gli avvertimenti stampati sul cartello veneziano che trovate qui sotto la dicono lunga: "Non mangiare in strada", "Non avvicinarsi", "Non offrire cibo", "Non abbandonare i rifiuti". In italiano e in inglese più le figurine.

Il cartello "Attenzione ai gabbiani" su un cestino per i rifiuti - foto Blue Lama

Il cartello "Attenzioni ai gabbiani" a Venezia - foto Blue Lama


Una volta è capitato anche a me, in un contesto diverso, di essere cacciata via da pennuti affamati. Mi trovavo in uno spazio attrezzato per i picnic lungo la Great Ocean Road, nel sud dell'Australia. A tendermi un agguato furono una decina di cacatua ciuffo giallo, pappagalli il cui aspetto grazioso cela un temperamento bellicosissimo. Dopo qualche patetico tentativo di allontanarli, mollai il mio sandwich e me la detti a gambe. D'altra parte in un continente per lo piú disabitato come l'Australia è normale che la natura prenda il sopravvento sull’uomo. Ma non lo è affatto se succede in un affollato campiello di Venezia.

Cacatua dal ciuffo giallo in Australia - foto Paola Cattaneo

Cacatua dal ciuffo giallo in Australia - foto Paola Cattaneo


A questo punto mi viene in mente un altro episodio australiano. In prossimitá di un piccolo molo di Cangaroo Island, all'ora del tramonto, un tizio cominciò a lanciare in aria tranci di pesce pescati da un secchio. Dopo pochi istanti, decine di gabbiani e di pellicani ci si avventarono sopra e scoppió una rissa sanguinosa a esclusivo beneficio delle macchine fotografiche di noi visitatori. Uno spettacolo crudele che terminò solo quando il secchio rimase vuoto.

Lotta per il cibo fra gabbiani e pellicani - foto Paola Cattaneo

Lotta per il cibo fra gabbiani e pellicani - foto Paola Cattaneo

Uccelli indotti a battersi per contendere il cibo ad altri uccelli così come, nei nostri centri storici, lo contendono ai turisti. I quali a loro volta fanno scappare i residenti, esaperati dal rumore, dalla sporcizia, dai prezzi alle stelle. E dove non ci sono residenti proliferano i furti, le rapine, le violenze. Sembra la trama di una serie tv coreana ispirata a Hitchcock. Invece è tutto reale.

Eppure il futuro è nelle cittá. Nel giro di pochi decenni, a livello mondiale è avvenuto un sorpasso epocale: la popolazione che abita nelle aree urbanizzate ha superato quella che risiede nelle zone rurali. Alcuni scienziati stimano che, di qui al 2030, il 70% degli esseri umani vivrà lontano dalla natura, fra l'asfalto e il cemento di metropoli sempre più estese. Insieme a chissà quanti e quali animali, domestici e selvatici. 

Il sistema riuscità a reggere? E chi lo sa. Ma su una cosa sono pronta a scommettere: se un giorno si scatenerà una lotta per la sopravvivenza fra noi e le altre specie, alla fine vinceranno loro.

Bluelama2023@gmail.com
Gabbiani sul lungarno a Firenze - foto Blue Lama

Gabbiani sul lungarno a Firenze - foto Blue Lama
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