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Attualità giovedì 05 gennaio 2023 ore 08:20

Accise sui carburanti, "15 euro in più ogni pieno"

Allarme dai benzinai aretini di Faib-Confesercenti che lamentano danni non solo per gli automobilisti ma anche per i gestori



AREZZO E PROVINCIA — C'è allarme sulle conseguenze che il ritorno delle accise sta già causando a famiglie ed imprenditori. 

È ancora una volta Confesercenti Arezzo, con il suo presidente del sindacato benzinai Faib Claudio Marraghini e con il responsabile Lucio Gori, a intervenire sul caos che si sta registrando alle pompe dei distributori dove dal primo gennaio si sono verificate impennate dei prezzi.

“Il mancato rinnovo del taglio delle accise a fine anno - commentano Gori e Marraghini - come temevamo sta causando una serie di reazioni negative a catena, di cui sono e saranno vittime alla stessa maniera, sia gli automobilisti, con il costo del carburante che torna ad impennarsi, ma anche i gestori degli impianti i cui guadagni sono fissi a prescindere dagli aumenti e legati solo ai litri erogati che dal primo gennaio sono crollati”.

“Due euro al litro - dicono ancora - è la soglia di allarme che, anche in provincia di Arezzo, già si trova al servito in numerosi impianti. Un prezzo che, a breve, si rischia di sfiorare anche al self per benzina e gasolio in questi primi giorni dell’anno. La decisione del governo di reintrodurre la quota piena delle accise determina un aumento di 30 centesimi su un litro di carburante rispetto allo scorso marzo (quando ci fu il primo taglio delle accise) e di 18 centesimi rispetto a dicembre”. Secondo le stime dell'Ufficio Studi di Faib-Confesercenti, in media i rincari incideranno, su base annua, per 300 euro a famiglia rispetto a marzo 2022; e ogni pieno costerà 15 euro in più rispetto a 10 mesi fa.

“La situazione che stiamo vivendo - ribattono Gori e Marraghini di Faib Confesercenti Arezzo, - non è purtroppo molto diversa da quella che portò alla decisione di tagliare le accise; siamo ancora in piena crisi energetica, la guerra continua, ed è del tutto evidente che esiste ancora un rischio concreto di nuove impennate delle quotazioni sui mercati internazionali"

Marraghini e Gori, inoltre, difendono poi la categoria dei gestori, troppo spesso considerata la controparte dagli automobilisti. “Questa situazione ci danneggia pesantemente e quindi siamo dalla stessa parte della barricata con i consumatori. Vogliamo infatti ribadire che i gestori non determinano il prezzo e che a loro, a prescindere dal prezzo alla pompa, vanno sempre e soltanto 3,5 centesimi lordi al litro. Insomma, con gli aumenti ci perdono tutti. Ci aspettiamo una convocazione urgente da parte del Governo, come promesso dal ministro Gilberto Pichetto Fratin. In ballo c’è il futuro della mobilità del Paese, della logistica e delle persone, oltre quello di 250 mila addetti nelle stazioni di servizio, nella raffinazione e nell’indotto del settore”.


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